«Clementine, abbiamo perso gran parte della produzione»

Troppo caldo e troppa acqua, l'azienda Rizzo punta il dito contro il clima

«Clementine, abbiamo perso gran parte della produzione»
“E’ una campagna difficilissima quella delle clementine nella piana di Sibari: abbiamo avuto un caldo esagerato a giugno che ha provocato la cascola dei frutti e ci siamo ritrovati con un calo di produzione variabile dal 20% al 50%”. A dirlo a Italiafruit News è Francesco Rizzo, produttore dell’azienda Luigi Rizzo srl, facente parte del gruppo Favella (Cosenza). Che aggiunge: “La cascola è andata ben al di là di quella fisiologica e hanno abortito anche le clementine di 4/5 millimetri. E’ stato un vero e proprio disastro”.



Una situazione climatica cha ha inciso pesantemente sui volumi degli agrumi, nettamente inferiori rispetto a quelli degli anni passati. E nonostante la qualità dei frutti in raccolta sia ottimale, i mercati non stanno rispondendo in maniera positiva. “Molti dei nostri competitor svendono il prodotto e in questo modo il mercato viene danneggiato per tutti – commenta Rizzo – noi consegniamo tutte le nostre clementine ad una Op che si occupa della distribuzione e, da parte nostra, stiamo cercando di tenere i prezzi allineati con il livello qualitativo dei frutti”. 



Le difficoltà non sono limitate ai mercati perché anche il lavoro manuale di raccolta è influenzato dal maltempo invernale. “Per fortuna è ancora presto per la stagione più fredda – sottolinea il produttore – ma fino ad oggi abbiamo faticato a raccogliere dato che pioveva sempre. Anche se tutto sommato, finora ci è andata bene: se la pioggia scendesse a metà dicembre, correremo il rischio di buttare tutto il prodotto, come è successo in parte anno scorso”.



La campagna delle clementine dell’azienda Rizzo continuerà fino a metà/fine gennaio, mentre con il prodotto frigo-conservato le vendite arriveranno fino a febbraio. “Nella nostra azienda siamo a rischio gelate quindi cerchiamo di anticipare un po’ le raccolte ma sempre rispettando il calendario di commercializzazione – dice Rizzo – solo chi ha terreni fronte mare può rischiare di andare avanti con la raccolta, considerato lo scarso rischio delle gelate”.



E se la campagna delle clementine non è delle migliori, a soffrirne è anche il progetto Clementime, che prevede la distribuzione di clementine in formato snack, tramite un pratico astuccio in cartoncino. “In molti uffici hanno scoperto lo smart working e, anziché pagare affitti altissimi, preferiscono lavorare da casa o investire in uffici più piccoli, limitando le spese extra degli snack a base di frutta fresca – conclude Rizzo – e anche le palestre non sono molto frequentate. Per non parlare delle scuole, dove regna il caos: non è sicuramente l’epoca giusta per il vending”. 

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