Mele e kiwi, ecco cosa cercano i frutticoltori

Silvia Salvi: “Soluzioni resistenti e che possano garantire reddito”

Mele e kiwi, ecco cosa cercano i frutticoltori
In frutticoltura orientarsi non è facile. In un comparto dove brulicano mille varietà, dove il mercato non corre spedito su un solo binario ma si districa tra più strade – e non mancano i vicoli ciechi – il rischio è di smarrirsi.
Per leggere la bussola del settore frutticolo abbiamo chiesto aiuto a Silvia Salvi, amministratrice di Salvi Vivai, che abbiamo incontrato in occasione di FuturPera. L'azienda ferrarese da oltre cinquant’anni produce e vende piante di fragole, melo, pero, ciliegio e da circa un anno si è affacciata al mondo del kiwi con un nuovo progetto.



Salvi, l'attività vivaistica è il punto di partenza per avere il polso della situazione. Che indirizzo sta prendendo la frutticoltura?

Sulle piante da frutto c'è interesse, in modo particolare per le mele, sia a livello italiano che europeo e mondiale. La mela è prodotta ovunque, è quindi il prodotto più ricercato. Nell'Europa dell'Est ci sono molti investimenti, superfici importanti e il trend è in aumento.

E parlando di varietà, qual è l'orientamento?

Quelle a buccia rossa sono le preferite. Dalle Gala alle Fuji, passando poi alle mele club che stanno diventando una moda. Con il Civ lavoriamo sull'innovazione varietale per avere mele resistenti, con caratteristiche sostenibili, cloni che possano rispondere alle diverse malattie. Ma abbiamo un percorso di miglioramento anche per le mele gialle, non abbiamo mai abbandonato questo filone: siamo convinti che non ci possa essere solo un mondo di mele rosse.

Più in generale cosa vi chiedono i frutticoltori italiani?

Prodotti dove ci sia reddito, varietà che possano avere un futuro. Come azienda puntiamo su diverse soluzioni varietali a seconda dell'areale di riferimento, perché vogliamo che l'agricoltore abbia un ritorno e questa la base per garantirci un futuro. Da sempre diversifichiamo e spingiamo prodotti diversi a seconda della zona, dalle mele e dalle pere nel Ferrarese, per esempio, ai kiwi verdi e gialli a Latina, senza dimenticare il ciliegio, che sta fornendo ottimi riscontri in diverse aree del Nord Italia.



A proposito di kiwi, è una coltura promettente?

Sta avendo un grande sviluppo e ogni anno cresciamo nella zona di Latina. Come vivaio da quasi un anno abbiamo lanciato un progetto dedicato al kiwi, produciamo piante e siamo licenziatari di Zespri per il G3 e l'Hayward su diversi portinnesti. E' un'attività su cui stiamo puntando, vediamo una grande possibilità di espansione in Italia e all'estero: la Grecia sta investendo tantissimo, ma anche Francia e Spagna. Il mercato del kiwi è decisamente in crescita.

Un mercato in crescita ma sotto la minaccia della morìa. Come affrontate questo problema?

Cerchiamo di fare verifiche, anche nella nostra azienda agricola di famiglia, per capire le motivazioni della morìa, ad oggi ancora non chiare. Stiamo producente piante su Bounty, un portinnesto che sta dando risposte interessanti. La scorsa estate, per esempio, quando le temperature hanno superato i 40°C l'Hayaward si era fermato nella crescita, mentre le piante su Bounty continuavano a vegetare. Questo portinnesto lo stiamo proponendo ai produttori.



Chiudiamo con le pere. L'Abate avrà un futuro? Ci sono alternative possibili?


Il nostro vivaio da sempre ha puntato sul pero e ci auguriamo davvero che non sparisca dai nostri areali, sarebbe molto grave per tutto il settore, confidiamo che le difficoltà di questi ultimi anni si possano risolvere. Noi a livello vivaistico continuiamo a produrre, l'Abate è una grande varietà che però bisogna saperla coltivare: è più delicata di altre, ma quando si produce bene dà grandi soddisfazioni anche a livello commerciale. Consigliamo anche la William, perché ha un doppio sbocco, sia nel fresco che per l'industria. Parlare di miglioramento genetico del pero è complicato, necessita di tempi lunghissimi e infatti di varietà nuove se ne vedono sempre poche. Ci sono diverse selezioni che stiamo osservando, ma trovare una varietà migliorativa dell'Abate non è certamente banale, ma non ci tiriamo indietro e siamo fiduciosi di trovare una soluzione al più presto.

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