Attualità
Agroalimentare, settore trainante anche in pandemia
“L'Annuario dell'agricoltura italiana, sin dal 1947, fornisce una visione di insieme sulle caratteristiche e le dinamiche attuali del sistema agroalimentare nazionale, evidenziandone le linee evolutive. Si tratta di una serie storica unica, di un consistente patrimonio di conoscenze, di uno strumento prezioso e apprezzato, indispensabile per tutti coloro che sono interessati a saperne di più del nostro settore primario, assolvendo ad una delle attività istituzionali del CREA a supporto delle istituzioni e degli operatori del settore. Realizzato dal Centro di Ricerca del CREA Politiche e Bioeconomia, è un punto di riferimento imprescindibile per gli “addetti ai lavori” e presenta dati controllati ed aggiornati, nonché approfondimenti sulle tendenze in atto nel mondo dell'agricoltura, frutto di un’ampia analisi documentale, integrata con il ricorso a numerosi dati statistici desumibili dal Sistema Statistico Nazionale, di cui il CREA è parte ". Così Carlo Gaudio, Presidente del CREA intervenendo oggi alla presentazione dell’Annuario dell’Agricoltura italiana 2020.
Il sistema agro-alimentare si conferma, anche nell’anno della pandemia, settore chiave della nostra economia, pesantemente colpita dalle restrizioni legate al contenimento della malattia. La contrazione del valore della produzione della branca agricoltura, silvicoltura e pesca, pari al -2,5%, si è collocata ben al di sotto di quella dell’intero PIL, che ha vissuto la caduta più rilevante a partire dalla Seconda guerra mondiale (-8,9%). Il crollo della ristorazione fuori casa, solo in parte compensata dalla crescita del commercio (dettaglio e ingrosso) e dall’impennata delle vendite alimentari on line, si sono tradotti in una contrazione del fatturato (-4,8%), il cui valore ammonta ad oltre 512 miliardi di euro, con un peso sull’intero sistema economico pari al 17% del totale.
Indiscusso il contributo alla bioeconomia da parte dell’agricoltura e dell’industria alimentare, con un peso di oltre il 63% sul fatturato totale, stimato dal CREA in poco meno di 317 miliardi di euro, che colloca l’Italia, insieme a Germania e Francia, in una posizione di leadership a livello europeo. Da segnalare, inoltre, l’incremento del suo peso sul totale dell’economia, salito al 10,2%, proprio grazie alla migliore tenuta mostrata dal primario e dall’industria alimentare, rispetto agli altri settori.
L’Italia continua a detenere all’interno dell’UE il primato dei prodotti di qualità certificata DOP/IGP (prodotti vitivinicoli, vegetali freschi e trasformati, formaggi e oli di oliva) cui si aggiungono i 5.333 prodotti agro-alimentari tradizionali, quei prodotti ottenuti con metodo tradizionale, dall’elevato valore gastronomico e culturale riconosciuti in ambito nazionale.
L’annuario del Crea 2020 è uno strumento utile a comprendere meglio i punti di forza e di debolezza del nostro sistema agroalimentare. È importante l’analisi sul 2020 perché è stato un anno molto delicato a causa della pandemia dettata dall’avvento del Coronavirus.
Dai dati emerge che l’agricoltura italiana ha retto molto bene, contenendo al meglio la flessione economica globale e garantendo ai cittadini italiani standard quantitativi e qualitativi sempre adeguati. Di questo siamo grati a tutti gli agricoltori che non si sono mai fermati, neanche sotto lockdown.
I dati sull’export denotano ancor più la nostra capacità di penetrare i mercati internazionali, anche in periodi di enorme difficoltà come quelli vissuti nel 2020. Ringrazio tutti coloro che si sono dedicati all’annuario, un lavoro eccellente che offre a tutti noi una valida opportunità di analisi e riflessione.
“L’annuario del Crea 2020 è uno strumento utile a comprendere meglio i punti di forza e di debolezza del nostro sistema agroalimentare. È importante l’analisi sul 2020 perché è stato un anno molto delicato a causa della pandemia dettata dall’avvento del Coronavirus. Dai dati emerge che l’agricoltura italiana ha retto molto bene, contenendo al meglio la flessione economica globale e garantendo ai cittadini italiani standard quantitativi e qualitativi sempre adeguati. Di questo siamo grati a tutti gli agricoltori che non si sono mai fermati, neanche sotto lockdown. I dati sull’export denotano ancor più la nostra capacità di penetrare i mercati internazionali, anche in periodi di enorme difficoltà come quelli vissuti nel 2020. Ringrazio tutti coloro che si sono dedicati all’annuario, un lavoro eccellente che offre a tutti noi una valida opportunità di analisi e riflessione.” Dichiara Francesco Battistoni, Sottosegretario del Mipaaf.Negativa, invece, la performance delle attività di diversificazione dell’agricoltura (attività di supporto e secondarie), componente assolutamente caratterizzante l’agricoltura italiana, con il loro peso complessivo sul valore della produzione che resta comunque elevato: pari al 20% del totale. In particolare, le attività secondarie registrano un calo del -21% circa, a causa della caduta verticale dei servizi legati alle attività agrituristiche, dovuta al lockdown.
Si conferma rilevante la spesa pubblica per il settore agricolo: circa 11 miliardi di euro nel 2020. Dall’UE proviene ben il 64% di questo sostegno, mentre, i fondi nazionali coprono appena il 16% e quelli regionali il restante 20%.
Tre gli approfondimenti presenti in questa edizione, che forniscono spunti di riflessione su temi di attualità ed emergenti: le opportunità per l’agricoltura legate al PNRR, la programmazione della nuova PAC e il sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura.
Infine, in occasione dell’uscita del Volume 2020, sono stati presentati anche i risultati delle analisi di lungo periodo, registrati nell’ultimo ventennio, attraverso lo svolgimento delle tre Indagini originali del CREA Politiche e Bioeconomia: Spesa pubblica in agricoltura, Mercato fondiario, Impiego degli immigrati nel settore agricolo italiano. “Tre contributi di approfondimento su altrettante tematiche di grande rilevanza per il sistema agroalimentare nazionale, che aiutano a far luce sulle dinamiche dei primi vent’anni del nuovo millennio, un periodo di intensa trasformazione dell’agricoltura e di un suo riposizionamento nel sistema economico nazionale” sottolinea Roberto Henke, Direttore del Centro di Politiche e Bioeconomia del CREA.
Fonte: Ufficio Stampa Crea