«La sfida? Lamponi più chiari e con vita più lunga»

Consorzio Piccoli Frutti: «Interesse della distribuzione in aumento. Grammature in crescita»

«La sfida? Lamponi più chiari e con vita più lunga»
L’innovazione varietale non si arresta nel settore dei berries, e lo spiega bene il Consorzio Piccoli Frutti, con sede a Verona, che commercializza con il marchio Aurorafruit. “Il 2021 – dichiara a IFN Alessandro Lucchini, direttore commerciale del Consorzio – è stato l’anno del programma di miglioramento genetico attraverso cui abbiamo brevettato alcune varietà di fragole che ci hanno fatto distinguere maggiormente dai nostri clienti. La volontà di identificarsi con varietà esclusive comincia a presentarsi anche nel mondo del super food, esattamente come succede agli altri frutti. Anche per noi si profila la possibilità di poter distribuire varietà club dopo che la fragola è stata apprezzata, quindi proseguiamo con il lampone. Il 2022 lo vedrà protagonista per ottenere una vita di scaffale più lunga, il limite più grosso di questo frutto”. Quello che spesso chiedono i distributori, prosegue Lucchini, è di intervenire sulla colorazione. “Ci vengono richiesti lamponi più chiari – spiega – perché seguono ancora i retaggi del passato, secondo cui un lampone più scuro ha tanti giorni, ma in realtà non è per forza così. Cerchiamo comunque di lavorare su questo berry per ottenere un colore più chiaro”. 



Per il resto, l’annata 2021 del Consorzio Piccoli Frutti si è chiusa con tutti segni positivi perché, assicura Lucchini, l’interesse da parte della distribuzione sta aumentando di anno in anno. I prodotti Aurorafruit sono infatti venduti alla grande distribuzione organizzata sia in Italia che all’estero, con esportazioni in Austria, Germania e Inghilterra. “L’interesse è crescente su tutte le referenze in modo proporzionale – spiega ancora il direttore commerciale -: I mirtilli hanno assunto in termini percentuali il valore più alto per quanto riguarda il volume dei berries commercializzati. Il lampone segue la scia del mirtillo anche se a livello di consistenza dimostra difficoltà maggiori a causa di una shelf life più breve. I volumi non crescono come per il mirtillo ma l’interesse è molto elevato. Niente sorprese invece per la mora”. 

Dal punto di vista del packaging si cresce. “Il 2022 sta dando l’input sul raddoppio delle grammature, da 125 a 250 grammi, soprattutto al nord, dove l’apprezzamento dei prodotti è maggiore. Per il mirtillo addirittura il secchiello contenente fino a 500 grammi di prodotto. Sul materiale impiegato, il Consorzio punta sull’R-pet nel nord Europa, il tipo di confezione più sostenibile per i piccoli frutti. Ci sono comunque piccole linee di produzione che valorizzano il prodotto anche dal punto di vista visivo utilizzando la vaschetta in cartone, ma non credo – commenta Alessandro Lucchini – che sia più comodo e riciclabile, perché spesso non si sa come smaltire nel modo corretto la scatola con la pellicola”.



La richiesta aumenta e i consumatori vogliono il prodotto anche nel periodo invernale. Per garantirlo, il Consorzio non si affida solo agli areali del veronese e del trentino, ma anche al sud e all’estero. “Ci siamo dovuti evolvere – conclude il direttore commerciale – avviando un progetto di espansione in Calabria e Sicilia e importando da Spagna, Marocco, Messico e Cile, che ci forniscono costantemente. Ci rivolgiamo a produttori esteri molto vicini alla nostra realtà, dotati di certificazioni che garantiscono un uso limitato degli antiparassitari”.

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