Anche la distribuzione soffre il caro energia

La resistenza ai rincari è frutto del rapporto diretto con i consumatori

Anche la distribuzione soffre il caro energia
Rincari. Tutti li denunciano lungo la filiera. Ma questa (difficile) situazione non deve trasformarsi in una gara a chi urla di più: ricondurre il tutto a numeri certi e ad analisi razionali è la strada per evitare inutili tensioni aggiuntive. E proprio su questo tema oggi debutta sulle colonne di IFN Giampaolo Ferri, fino al 31 dicembre buyer acquisti e vendite ortofrutta di Coop Alleanza 3.0, grande esperto di ortofrutta e distribuzione. Una collaborazione che darà ulteriore spessore alla nostra testata e, con i prossimi articoli, fornirà ai nostri lettori ulteriori elementi per leggere il mercato.
Maicol Mercuriali



Il tema caldo di questo periodo è il rincaro energetico che sta' “toccando” tutti gli attori della filiera ortofrutticola. Ovviamente ognuno di questi vede e vive la propria realtà e quindi esterna aumenti in percentuale che, se non contestualizzati, generano soltanto confusione.

Se facciamo un passo indietro, però, ci accorgiamo che in questi due anni di convivenza con la pandemia, in tutta la filiera, dalla produzione al consumatore finale, tutti hanno già dovuto sostenere costi aggiuntivi per fare fronte a questa emergenza: si va dalla malattia e quindi scarsità di forza lavoro, alle protezioni, alla formazione, fino alla prevenzione e sanificazione in tutti i vari passaggi.



Non si può quindi addossare solo la colpa di non volere concedere aumenti alla grande distribuzione organizzata, ultimo pezzo di questa lunga filiera prima del consumatore. Essa stessa ha subito pesanti rincari anche sul fronte energetico. Si pensi che per le moderne strutture che puntano ai freschi, con orari dilatati e senza chiusure infrasettimanali, l’incidenza dei costi energetici era già superiore all’1% del totale. Questa fiammata sui prezzi porterà ad oltre un raddoppio dei costi con un impatto fra 1 e 2 punti sui costi distributivi.

Avendo lavorato in Gdo fino allo scorso dicembre posso confermare che gli aumenti in questi anni sono stati pesanti, perchè - oltre ai costi straordinari di cui sopra - sono cresciuti anche quelli per la logistica centralizzata (refrigerata), il trasporto a negozio (refrigerato); senza questi passaggi, infatti, per i produttori sarebbe ancora più penalizzante doversi accollare i costi di distribuzione dei prodotti direttamente a più negozi. A seguito degli aumenti dei carburanti, anche in questo caso, dalla fine dello scorso anno occorre contabilizzare incrementi straordinari di almeno mezzo punto sul costo distributivo totale, unico parametro significativo in ottica di filiera.



Partendo da dati di questo tipo e non dall’incremento di costo del singolo elemento che va sempre rapportato al prodotto finito, serve quindi un confronto serio e costruttivo tra le parti dove ognuno sa che non può fare a meno dell'altro, sempre nel rispetto delle competenze degli attori, avendo come obiettivo trovare una soluzione e continuare a rifornire i negozi.

A questo proposito occorre considerare che applicare aumenti generalizzati sui prezzi a scaffale spaventerebbe ulteriormente il consumatore finale in un periodo come questo dove l'incertezza sul futuro sta già rallentando i consumi e la riduzione del valore della spesa media registrato a gennaio ne è la testimonianza.

Ricordando che siamo a nostra volta tutti consumatori.

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