Mele, per Sft l'anno dei grandi cambiamenti

Nuovo presidente e partnership con Sant'Orsola dopo lo strappo con Apofruit

Mele, per Sft l'anno dei grandi cambiamenti
Nel 2020 lo strappo con Apofruit, poi dallo scorso anno un percorso di riorganizzazione societaria, una nuova partnership con Sant'Orsola, fino agli sviluppi delle scorse settimane, con un nuovo presidente. Per la Società Frutticoltori Trento - Sft gli ultimi dodici mesi sono stati all'insegna del cambiamento. E di questi passaggi si è fatto il punto a dicembre nell'assemblea della cooperativa.

Nel Cda è entrato un nome di peso nel panorama trentino: Silvano Grisenti, politico di lungo corso, assessore al Comune di Trento, poi alla Provincia autonoma, consigliere regionale e presidente dell'Autostrada del Brennero. Dal dicembre scorso è lui il nuovo presidente della cooperativa, 280 soci frutticoltori, una vocazione melicola, nel 2020 la produzione si è attestata sui 230 mila quintali, il giro d'affari è stato di 18,4 milioni di euro, mentre i liquidato ai soci ha superato i 9 milioni.



Grisenti ha raccolto il testimone da Riccardo Forti, che ha assunto la vicepresidenza. "Sono stato sollecitato ad assumere questo incarico e da vecchio cooperatore non potevo tirarmi indietro perché alla cooperazione devo molto - ha spiegato il nuovo numero uno di Sft al Giornale Trentino - perché per me è stato una scuola di vita quando da giovane sono entrato nel cda della Cassa Rurale di Povo”.

"Da gennaio di quest'anno - ha spiegato Riccardo Forti al quotidiano L'Adige - siamo associati alla Op Sant'Orsola, ed il primo bilancio è positivo. Essere in una Op permette di rendicontare i piani operativi. Noi gestiamo il prodotto, ma lo facciamo in collaborazione con Sant'Orsola, che ci ha permesso di accedere a nuovi mercati. Il problema con Apofruit non era solo il liquidato, era anche quello delle prospettive, perché il prodotto mele è sempre più complicato da gestire. È assolutamente necessario distinguersi, con propri marchi, sul mercato".



In assemblea sono stati diffusi anche alcuni numeri. La media liquidata ai soci, per esempio, ha fatto un balzo da 27 centesimi al chilo (nel 2019, ultimo anno interamente con Apofruit) a 39,4 centesimi al chilo. Per le mele bio, invece, è stato di 0,57 euro a kg.  "Il bilancio è il frutto della raccolta 2020: 230 mila quintali di cui 80 mila certificati bio, ci avviciniamo al 50% di bio. Nel 2021, invece, la raccolta è crollata a 170 mila quintali, causa gelo e pioggia durante la fioritura di aprile. Il valore della produzione ha risentito dell'andamento climatico 2020: 47 mila quintali su 230 mila sono finiti all'industria", ha aggiunto Forti ricordando che il valore alla produzione è salito da circa 14 a 18,4 milioni.

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