«Raffadali, il nostro pistacchio finalmente Dop»

Dopo un lungo iter, da marzo il prodotto potrà essere venduto con il prestigioso marchio

«Raffadali, il nostro pistacchio finalmente Dop»
Il pistacchio di Raffadali, provincia di Agrigento, a marzo 2021 ha ottenuto la certificazione Dop dopo un iter iniziato nel 2016 e trascorso un anno, dal mese di marzo le aziende di produttori o confezionatori che ne hanno fatto richiesta, una volta ricevuta la visita dall’organismo certificatore CSQA, potranno mettere in commercio il pistacchio della cultivar Bianca Napoletana con il bollino che attesta la denominazione di origine protetta.

 

“Il percorso è stato lungo – dichiara a IFN Salvatore Gazziano, uno dei primi componenti del comitato promotore-. Non potevamo ottenere questo importante riconoscimento se prima non dimostravamo che le qualità organolettiche erano diverse da quelle del pistacchio di Bronte e che erano oltre 25 anni che il prodotto veniva denominato ‘pistacchio di Raffadali’”.



La certificazione era molto ambita dall’Associazione Pistacchio di Raffadali, in attesa del riconoscimento del Consorzio che ha già una sua sede. “Abbiamo svolto un lavoro importante – commenta Gazziano – che va a tutelare il prodotto in circolazione. Il nostro augurio è che la Dop valorizzi il percorso che riguarda sia produttori che confezionatori. Questa operazione prevede maggiori controlli ma anche grandi benefici per dare dignità al lavoro che viene svolto ogni anno, anche perché diversamente da Bronte, i nostri pistacchi producono qualcosa tutti gli anni, anche in quelli di scarico. Spero quindi che dalla prossima raccolta il numero dei produttori dell’areale tra le province di Agrigento e Caltanissetta sia il più alto possibile”. 



Il 2022 sarà l’annata di carico nei 31 comuni coinvolti dalla produzione. “Una produzione – sottolinea il promotore – destinata a crescere, perché ci sono diversi giovani che stanno reimpiantando nuovi pistacchi, perciò tra sette anni, il tempo che serve ad una pianta per entrare in produzione, ci sarà un incremento di pistacchio”.
Prevalentemente il pistacchio di Raffadali è venduto sgusciato e trova il suo utilizzo in pasticceria e nelle cucine di alto livello. “Tutto ciò che raccogliamo viene venduto in tempi brevi. C’è stato un calo dei consumi, ma a livello locale abbiamo continuato a ricevere buoni riscontri”.



Ma anche se il grosso è stato fatto, l’impegno dell’associazione non finisce certo qui: “Continua l’attività a sostegno dei nostri produttori per fare ricerca e sperimentazione. Vogliamo ridurre al minimo i trattamenti necessari e prevenire l’attacco di parassiti che possono danneggiare il raccolto, come il verme Megastimus Pistaciae. Tra le prossime attività ci impegneremo per realizzare la nuova edizione del Fastuca fest a settembre e promuovere il pistacchio di Raffadali sui mercati nazionali ed esteri”. 

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