Dalla distribuzione
Noci Delta del Po, crescita costante
Il presidente Vertuani: «Ogni anno le superfici aumentano. Puntiamo su varietà diverse»
Solo noci biologiche, coltivate nell’areale del Delta del Po, tra le province di Ravenna e Ferrara su 170 ettari. Il Consorzio Noci Delta del Po è nato 6 anni fa e fa parte dell’Op La Diamantina di Ferrara.
La produzione negli ultimi anni sta andando incontro ad un periodo fertile, come ci spiega Gianluca Vertuani, presidente del Consorzio e di Confagricoltura Ferrara: “In media ogni anno i cinque associati al consorzio di noci bio più grande d’Italia incrementano del 10% la superficie destinata ai noci. Era un nostro obiettivo crescere – racconta Vertuani – e ottimizzare gli impianti per offrire varietà diverse. Siamo partiti con Chandler, apprezzata per il suo calibro generoso e regolare, ma ci stiamo allargando anche a Lara e Tulare”.
Per le noci bio sembra non esserci crisi e vengono preferite alla concorrenza estera: “Il prodotto – continua il presidente – vive di un momento favorevole perché è salutare e nutraceutico. La differenza la fa il fatto che proviene dall’Italia e si consuma così com’è, al naturale e con qualche centinaio di chilometro alle spalle. Mentre le noci provenienti dall’estero, ad esempio dalla California, peccano del lungo viaggio fatto, non sono conservate in maniera consona e non sono soggette a disciplinari di produzione stringenti come quelli italiani. Ciò che è locale ormai si apprezza sempre di più e ne abbiamo conferma anche vedendo i punti vendita dei nostri piccoli associati: chi assaggia per la prima volta le nostre noci biologiche, le acquista e torna anche”.
In questo, secondo Vertuani influisce anche la semplicità e comodità del prodotto: “Il consumo è cambiato ed ha comportato un crollo di produzioni locali come la pera, che sconta difficoltà di approvvigionamento, prezzi alti e difficoltà nel portarsela ovunque. La frutta secca invece, si differenzia perché è più semplice e veloce da consumare”.
Una volta raccolte, le noci del Delta del Po vengono trasferite ad Eurocompany, azienda trasformatrice di Ravenna, mentre una piccola parte viene commercializzata a fresco nei punti vendita delle aziende che conferiscono al Consorzio.
“L’ultima campagna – prosegue – è stata critica, caratterizzata da condizioni meteorologiche avverse non prevedibili e per quella che ci aspetta speriamo in una maggiore regolarità. Nel frattempo, stiamo mettendo a punto una nuova linea di sgusciatura per poter mettere in commercio un prodotto sgusciato sottovuoto senza rivolgerci ad esterni”.
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