Gli Emirati Arabi cercano il Bio Italiano

Gli Emirati Arabi cercano il Bio Italiano
L’80% dei consumatori degli Emirati Arabi Uniti sarebbe disposto a pagare di più per avere un prodotto biologico made in Italy. Il dato è emerso a seguito di un sondaggio svolto da Nomisma per la piattaforma Ita.Bio (www.ita.bio), la piattaforma di dati e informazioni per internazionalizzare il biologico italiano, promossa da ICE Agenzia e FederBio. Nell’orizzonte temporale dei prossimi 3 anni, il mercato emiratino si posiziona al terzo posto per la crescita prevista del settore bio, con un tasso medio annuo del 13,3%, rappresentando un certo interesse per il nostro paese. 

La performance generale dell’export agroalimentare biologico italiano è stata positiva, con una crescita del 11% rispetto all’anno precedente (anno terminante a luglio 2021), delle vendite sui mercati internazionali che hanno sfiorato i 3 miliardi di euro. In aumento anche l’export agroalimentare nel complesso (+10% gen-lug 2021-20). Il bio Made in Italy viene riconosciuto come sinonimo di qualità sui mercati internazionali, segnando una crescita di lungo periodo (+156% rispetto al 2009) e arrivando a pesare per il 6% sull’export agroalimentare italiano totale. 



Gli Emirati Arabi si mostrano un mercato ancora work in progress per il biologico. Il Paese disponeva di soli 4,6 mila ha coltivati a biologico nel 2019 secondo FiBl (+1189% dal 2010) e 102 produttori (erano solo 2 nel 2010). Sui mercati interni si registra una forte crescita per le vendite dei prodotti bio: +39% nel 2019 rispetto al 2016, per un totale di 27,9 milioni di dollari. Nonostante la spesa pro-capite per prodotti bio nel paese non sia consistente (nel 2019 era ferma a 2,94 € contro i 59€ dell’Italia o i 136 € degli USA), i numeri bassi non devono essere interpretati come scarso interesse per la categoria.  Si parla di cifre ancora piccole ma con previsioni positive per il periodo 2019-2024 a causa del forte cambiamento in atto nel mercato, in relazione agli stili alimentari. Le prospettive sono da ricondurre ad una crescita costante del reddito medio della popolazione, ma anche e soprattutto ad un cambiamento graduale verso uno stile di vita più sano da parte della popolazione, dove la quota di stranieri (90%) rappresenta un altro elemento di attrattività. I cambiamenti nelle abitudini di consumo hanno portato 1 emiratino su 2 a prestare maggiore attenzione a ciò che mette nel carrello. Il 16% ha iniziato a consumare bio negli ultimi 2 anni, ma complessivamente è pari al 53% la quota di chi ha incrementato la spesa in bio negli ultimi 12 mesi. La quota sale nelle famiglie con reddito alto e tra gli under 45 (rispettivamente 57% e 56%), tra i turisti (63% tra chi è stato in Italia negli ultimi 5 anni) e nei nuclei familiari in cui sono presenti bambini in età pre-scolare (58%). 

Quello che i consumatori premiano e si aspettano dai prodotti bio riguarda principalmente la sicurezza alimentare (63%), qualità del prodotto (56%) e attenzione all’ambiente (50%). La presenza del marchio biologico non è l’unico aspetto che il consumatore guarda quando sceglie i prodotti, infatti, nella scelta pesa anche il tipo di confezionamento, che premia le scelte eco-friendly (27%). Fondamentali anche la marca (del produttore per l’11% e private label per il 9%), l’origine (il 17% preferirebbe un prodotto bio fatto in EAU) e, infine, il prezzo (il 17% verifica la presenza di promozioni).

 

La percezione dei consumatori emiratini relativamente ai prodotti alimentari made in Italy è assolutamente positiva, tanto che l’Italia si posiziona al terzo posto nella classifica dei paesi con prodotti alimentari di maggiore qualità. Anche nel bio siamo sul podio: l’11% dei consumatori vede il bio Made in Italy migliore di quello di altri paesi, ci superano solo Arabia Saudita (21%) e USA (16%). La disponibilità a scaffale non è elevata, quindi le caratteristiche distintive del prodotto sono poco conosciute tra i non consumatori, ma gli emiratini mostrano un elevato interesse nei prodotti biologici italiani: l’82% comprerebbe un nostro prodotto bio se lo trovasse presso i canali d’acquisto abituali. Altre leve per il Made in Italy bio sarebbero le informazioni di dettaglio del prodotto, l’uso in cucina e l’etichetta, fondamentali per coinvolgere il 27% degli attuali incerti. Le categorie più ricercate sono: ortofrutta fresca, latticini e condimenti (olio extravergine di oliva e aceto); la pasta è in assoluto il prodotto bio per cui l’origine italiana é più importante. 

In futuro più di 1 Emiratino su 2 intende accrescere l’attenzione sulla salute e sulla qualità del cibo che consuma, per far questo la spesa dei prodotti biologici aumenterà per il 48% dei consumatori. 

Fonte: Nomisma per piattaforma ITA.BIO, ICE Agenzia e FederBio