Blocco trasporti, i problemi si moltiplicano

La manifestazione si allarga: allarme forniture, la Gdo cerca alternative

Blocco trasporti, i problemi si moltiplicano
La situazione si complica. C'è fame di ortofrutta fresca - in Italia e all'estero - ma questa resta in gran parte ferma al Sud. Non c'è una sola associazione nazionale dell'autotrasporto che abbia proclamato lo sciopero, ma il blocco spontaneo nato in Sicilia si sta espandendo anche alle altre regioni meridionali. Se la Puglia aveva subito seguito i colleghi autotrasportatori dell'Isola, da ieri anche gli autisti di Basilicata, Calabria e Campania sono scesi dalla cabina.

La merce resta ferma nei magazzini, nelle serre e negli agrumeti si stoppano le raccolte, i danni aumentano, i disagi ancora di più. La distribuzione sta cercando di prenderci le misure, ma nei punti vendita potrebbero esserci dei buchi per agrumi e verdure. Intanto le catene cercano alternative all'estero. Ma all'estero restano a bocca asciutta anche i retailer che operano abitualmente con il nostro Paese e soprattutto nel biologico è difficile trovare forniture di soccorso.



Federdistribuzione esprime preoccupazione per la protesta degli autotrasportatori. "L’interruzione della circolazione dei mezzi, infatti, causa disagi alla normale attività di consegna delle merci - specifica l'organizzazione - con il rischio di forti ricadute sull’approvvigionamento della rete di punti vendita della distribuzione a livello locale, e non solo. Un problema che interessa in particolar modo i prodotti freschi, come frutta e verdura, a rischio deterioramento, che può arrecare enormi danni economici a tutta la filiera agroalimentare, oltre che disagi ai consumatori". In un contesto di mercato in cui si cominciano a sentire gli effetti concreti dell’aumento dei costi, soprattutto per quel che riguarda l’energia e i carburanti, Federdistribuzione chiede un intervento immediato da parte delle autorità. La tensione intanto aumenta: ieri, per esempio, un autotrasportatore che stava manifestando lungo la Statale 16 nel Foggiano è stato colpito con un'arma da taglio, in modo non grave ad un fianco, da un automobilista.



La filiera ortofrutticola intanto subisce. Ieri, per esempio, il blocco è scattato anche al porto di Palermo. "Dov'è lo Stato? - si chiede Giovanni D'Agati, presidente del Consorzio Il Tardivo di Ciaculli - Un gruppo di autotrasportatori si alza la mattina e in barba a tutte le regole democratiche blocca un'isola intera! Il costo delle pedane è cresciuto nell'ultimo periodo, abbiamo riconosciuto agli autotrasportatori gli aumenti richiesti e poi ci ritroviamo a subire questa situazione? E come se non bastasse ora ci impediscono di lavorare, ma il lavoro dovrebbe essere un diritto sancito dalla Costituzione, eppure le istituzioni non hanno mosso un dito. Noi siamo buoni solo per pagare le tasse. Il comparto produttivo ha i magazzini pieni di articoli già confezionati, con gli agrumi siamo a fine campagna, lasciare il prodotto in campagna è rischioso, così non può funzionare: si stanno causando danni enormi al sistema produttivo".

"Limoni pronti per la Germania, arance per la Svizzera, ortaggi per i mercati del Nord. Svariate migliaia di euro rischiano di andare in fumo se non si sblocca la vertenza dei tir che sta impendendo agli agricoltori di far partire il raccolto già ordinato". Lo afferma in una nota Coldiretti Sicilia che parla di "vera e propria tragedia", perché, spiega, "i prodotti sono già raccolti, confezionati e il mancato arrivo provocherà penalizzazioni ulteriori".



E il blocco al Sud inizia a percepirsi nei mercati del Nord, come conferma Salvatore Musso dell'Ortomercato di Milano. "Le derrate partite dalla Sicilia sabato sono state scaricate lunedì; mentre quelle caricate lunedì e che dovevano partire oggi sono rimaste ferme. Questa iniziativa sta favorendo le aziende estere: tutte le mattine arriva merce dalla Spagna e trova buon mercato. Speriamo che il dialogo porti a una risoluzione, perchè si sta creando un braccio di ferro tra produzione e trasporti pericoloso: così ci si danneggia a vicenda".

"I prodotti sulle piante non hanno gli stessi tempi della politica - commenta Giuseppe Zarba, presidente dell'Associazione concessionari dell'Ortomercato di Vittoria - Oltre al danno economico incalcoblabile che potrebbe avvenire nei prossimi giorni, causato da un accumulo di merce e da un possibile rimbalzo dei prezzi perché i committenti si stanno rivolgendo in Spagna e in altri Paesi. Si rischia di innescare una bomba sociale e una guerra tra poveri".

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