Guerra in Ucraina, le possibili ripercussioni sulla filiera

Dal caro energia alle difficoltà sul fronte dell'export: nuove tensioni da affrontare

Guerra in Ucraina, le possibili ripercussioni sulla filiera
Lo scoppio del conflitto in Ucraina non può che destabilizzare anche l'economia. Le Borse ieri hanno subito un primo contraccolpo e gli osservatori hanno iniziato a delinerare gli effetti negativi che si rifletteranno sui vari comparti produttivi. Di ortofrutta italiana in Ucraina ne arriva relativamente poca (ma non si può dire la stessa cosa di Polonia e Grecia) e i commerci con la Russia sono bloccati per l'embargo, ma questo non basta a riparare la filiera dalle ripercussioni della guerra scatenata dalla Russia di Vladimir Putin.


Energia

Il prezzo del gas è già schizzato in alto, il petrolio ha ripreso la sua corsa. Questo si tradurrà in un ulteriore aumento dei costi energetici, almeno nel breve tempo. E le bollette delle imprese già dalla fine del 2021 hanno raggiunto valori record. Mentre il caro carburante è stata la miccia che ha scatenato la protesta degli autotrasportatori.

Export

Se le esportazioni dirette di ortofrutta fresca italiana non subiranno particolari problemi, visti i volumi limitati spediti verso Kiev, il mercato europeo si vede però nei fatti chiudere momentaneamente un canale importante, soprattutto per le mele polacche e i kiwi greci. In Italia a pagare il conto più salato di questa situazione potrebbero essere quelle imprese che esportano verso est - un po' in tutto il blocco ex sovietico - tecnologie, macchinari e materiale vivaistico. Tra le sanzioni che saranno elevate nei confronti della Russia e lo scenario bellico, è ragionevole pensare a un rallentamento degli affari.

Mezzi tecnici



Dalla Russia arrivano le materie prime per realizzare diversi fertilizzanti. Fino ad aprile Mosca aveva imposto un embargo di questi prodotti verso l'estero, ora la misura potrebbe essere ampliata e riguardare anche altri materiali. Questo potrebbe generare un aumento dei prezzi o una minore disponibilità di mezzi tecnici per l'agricoltura.

Il commento

“Si è aperta una fase nuova piena di rischi che impone a tutti i rappresentanti dei settori produttivi e dei lavoratori di assicurare il massimo contributo alla coesione sociale. Dobbiamo prepararci ad affrontare una situazione di profonda instabilità. La risposta di Mosca alle sanzioni della Ue può spingere ancora verso l’alto i prezzi del gas e del petrolio, come già stiamo registrando in queste ore. L’aumento del costo dell’energia, inoltre, impatta su tutti i mezzi di produzione e sui trasporti”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo.
“Non è da escludere un’ulteriore stretta, da parte di Mosca, delle importazioni di prodotti agroalimentari dagli Stati membri dell’Unione, attestate a circa 7 miliardi di euro nel 2020 - prosegue Giansanti - Rischiamo di non avere a disposizione le quantità necessarie di fertilizzanti per i prossimi raccolti. E il blocco dell’attività nel porto di Odessa potrebbe far collassare il mercato internazionale dei cereali".



“Nessuna impresa può reggere l’aumento dei costi già acquisito e l’ulteriore corsa verso l’alto che potrebbe scattare nelle prossime settimane - conclude Giansanti - se non ripartiranno rapidamente le trattative diplomatiche per la soluzione della crisi”.

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