Fragola nel mondo: a est cresce, a ovest migliora

Cina sempre più rilevante, ma le nuove linee vengono da Usa ed Europa

Fragola nel mondo: a est cresce, a ovest migliora
La fragolicoltura mondiale continua a crescere, passando dai circa 150 mila ettari degli anni ’70 agli attuali 400 mila per una produzione di 9 milioni di tonnellate nel 2021 (dati FAO). A guidare la grande crescita globale è l’Asia, con la Cina che cresce rapidamente, seguita a distanza da India e Turchia. Lieve aumento anche in Sud America, grazie al Brasile. Vedono invece una riduzione o una stasi delle superfici l’Europa ed il Nord America, che presentano però le rese maggiori. Situazione opposta per i programmi di miglioramento varietale, numerosi ad occidente e capaci di fornire varietà coltivate in tutto il globo. Le nuove linee più interessanti provengono sempre da Usa ed Europa e, se si cerca qualità, emergono le cultivar italiane come Murano e Pircinque. Questa è la situazione globale descritta da Gianluca Baruzzi e Paolo Sbrighi al webinar “Fragola & Berries - Produzione, mercato e prospettive future”, tenutosi il 17 e 18 febbraio scorsi.


Asia

Con 127 mila ettari e 3 milioni di ton prodotte, la Cina è il primo produttore mondiale di fragole. Le zone di maggior interesse si collocano nella parte continentale della nazione e, seppure in forte crescita, mostrano ancora rese ridotte, di circa 24 t/ha. Il panorama varietale cinese vede una dominanza delle varietà Benihoppe, Sweet Charlie e Akihime, che da sole costituiscono il 70% della produzione. Il restante 30% è composto da Monterey, Portola e San Andreas, è invece scomparsa la varietà Toyonoka. Colpisce la quasi assenza di varietà derivanti da programmi di miglioramento nazionali che, seppure esistenti, non hanno avuto ancora alcun riscontro sul mercato.



Situazione diversa in Turchia, dove la fragolicoltura si sta ampliando rapidamente rimanendo, però, un tipo di coltivazione marginale con rese di circa 30 t/ha. Nella penisola si coltivano diffusamente le varietà a basso fabbisogno di freddo, tra le quali spicca Florida fortuna al primo posto, seguita da Rubygem, Sabrina e Albion. Anche qui non sono presenti varietà provenienti da programmi di miglioramento nazionali, pare anzi che non ne esistano ancora.

Nord America

La produzione del Nord America è rappresentata da California e Messico, uniti in un unico blocco con continuità produttiva e, talvolta, aziendale, e Florida. Qui troviamo una produzione di 1,8 milioni di t distribuita su 30 mila ha (16 mila in California, 4 mila in Florida e gli altri principalmente in Messico), con rese medie attorno alle 60 t/ha. Insieme alla Cina, il Nord America produce circa il 60% delle fragole mondiali

Le varietà presenti in queste realtà produttive sono numerose. In California e Messico troviamo al primo posto l’insieme delle fragole della Davis University della California: Monterey, Fronteras, Cabrillo e San Andreas, che insieme costituiscono il 58% della produzione nordamericana. Al secondo posto si trovano le varietà club registrate da Driscoll’s (39% della produzione totale), e poi altre varietà minori come Albion, Petaluma, Portola. Il trapianto viene generalmente eseguito con piante fresche, nel periodo invernale, ma c’è una minoranza di var rifiorenti messe a dimora come frigo conservate, per le produzioni estive, tra cui spicca Portola.

In Florida sono molto diffuse le varietà Florida fortuna (Florida radiance in Usa), Sensation, Florida beauty (rifiorente) e Florida brilliance, che sta arrivando anche in Italia e risulta indicata per produzioni precoci se trapiantata come pianta fresca. (dati della Florida Strawberry Grower Association)

I gruppi che lavorano nel miglioramento sono numerosi in Nord America. Driscoll’s è forse il più famoso, con 36 nuove varietà registrate al CPVO (Community Plant Varieties Office), su 220 totali dal 2017 ad oggi, di cui 10 nell’ultimo anno. Novità interessanti stanno per essere introdotte anche dalla università della California, che ha rilasciato Moxie, Valiant, Royal Royce per le rifiorenti; Victor e Warrior per le unifere. Infine, il gruppo Plant Sciences Berry Genetics che ha rilasciato Inspire, già famosa in Italia grazie al marchio di fragole Matera, e le varietà a basso fabbisogno di freddo Renewal, Primavera e Alegria.

Sud America

Parlare di fragolicoltura in Sud America vuol dire parlare del Brasile. Questo paese coltiva circa 6000 ha a fragole, di questi il 50% si trova nella regione di Minas Gerais, dove è preponderante la varietà San Andreas (85% del totale), seguita da Albion, Camrosa, Oso grande, Cabrillo, Monterey e Portola. Una parte minoritaria di produzione, il 20%, si concentra nella zona di Paranà, con le varietà Camino real, Oso grande, Fronteras e Pircinque, una unifera italiana che è stata brevettata in Brasile. Il resto delle superfici è distribuito tra Rio Grande e Santa Caterina. Qui il 10% della produzione è fuori suolo e composto da San Andreas e Pircinque.


Unione Europea

L’Ue produce circa 1,8 milioni di t di fragole, con grandi differenze colturali e rese tra est ed ovest. Mentre le alte realtà produttive sono rappresentate da grandi nazioni, in quest’area abbiamo tante nazioni poco estese che presentano una propria identità varietale, dei propri programmi di miglioramento e superfici dedicate più o meno estese. La diversificazione varietale, colturale e climatica nel vecchio continente è tale da richiedere l’approfondimento in un articolo dedicato che verrà pubblicato prossimamente.

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