Scandalo del pomodoro, arresti e confische

Azienda campana nei guai: concentrato egiziano ai pesticidi, corruzione e sfruttamento del lavoro

Scandalo del pomodoro, arresti e confische
Da quel concentrato di pomodoro egiziano ai pesticidi è scattata un'indagine che ha portato i Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Salerno e della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Nocera Inferiore ad eseguire un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali, con la quale è stata disposta la custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico dei soci contitolari ed amministratori di un'industria conserviera operante nel settore agro alimentare del territorio nocerino-sarnese. Questo il frutto dell'operazione Crimson.

Lo scorso anno i militari avevano sequestrato - su mandato della Procura - 800 tonnellate di concentrato di pomodoro di origine egiziana contenente pesticidi sopra le soglie consentite - in parte già distribuito sul mercato - con richiamo all'italianità del prodotto, ingenerando negli acquirenti l'idea che l'intera filiera produttiva del doppio concentrato di pomodoro, a partire dalla materia prima, fosse di origine italiana.



Una storia che purtroppo non è nuova. Ma le attività investigative sono andate avanti e hanno riscontrato anche la presunta corruzione di un funzionario pubblico dell'Icqrf che avrebbe fornito informazioni agli indagati in relazione proprio alle attività investigative volte a riscontrare la salubrità dei prodotti conservieri commercializzati. Secondo gli inquirenti questo avrebbe permesso loro di sostituire i campioni da sottoporre a controllo con altri di qualità.

Secondo le indagini questo andava avanti dal 2018. Le indagini hanno poi scavato anche nella vita dell'impresa. In particolare sarebbero emersi casi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, poiché, "con condotte vessatorie - si legge in una comunicazione della Procura -  impiegavano lavoratori in condizioni di sfruttamento, ingenerando un forte timore negli stessi in relazione alla loro condizione di vulnerabilità. Tali vessazioni nei confronti dei lavoratori, sottopagati in nero, che percepivano 4,35 euro all'ora, si sono anche concretizzate in turni massacranti di 43 ore continuative di lavoro, con osservazione, videosorveglianza e controllo continuo anche del tempo di permanenza in bagno che, se ritenuto eccessivo, portava alla decurtazione della paga fino ad annullare il pagamento per l'intera giornata lavorativa".

Oltre all'esecuzione delle custodie cautelari sono stati confiscati circa 980mila euro ritenuti i profitti del reato in relazione al risparmio dei costi d'impresa accertati e documentati dalle indagini. Contestualmente, la Direzione Provinciale dell'Inps di Salerno ha provveduto ad elevare sanzioni amministrative per 275 mila euro.
 
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