Trasporti, verso un'Italia spaccata a metà

Ecco i primi disagi per le aziende ortofrutticole e le mosse della Gdo

Trasporti, verso un'Italia spaccata a metà
L'agitazione nel mondo dell'autotrasporto non fa che aumentare la confusione nella filiera ortofrutticola. Il paventato stop dell'autotrasporto italiano proclamato per oggi da Trasportounito "per causa di forza maggiore" è stato bocciato dalla Commissione di garanzia per lo sciopero. Con una comunicazione il commissario delegato della Commissione Alessandro Bellavista ha formalizzato il suo niet sulla possibilità di avviare la mobilitazione, ma in Sardegna gli autotrasportatori hanno fatto sapere che oggi non lavoreranno e anche in altre regioni del Sud i camion potrebbero restare fermi, mentre al Nord le principali aziende hanno confermato l'operatività. Insomma, si profila una Italia spaccata a metà in attesa della convocazione del tavolo ministeriale di martedì e della manifestazione nazionale di sabato.

Intanto, però, la situazione di incertezza sta già impattanto sulla filiera ortofrutticola, con le aziende che hanno rivisto i loro piani e le catene della Gdo che nel fine settimana hanno aumentato gli ordini di frutta e verdura per aumentare le scorte e non farsi trovare impreparati davanti all’ennesima protesta orchestrata all’ultimo minuto. In questo quadro sono stati privilegiati beni a lunga shelf-life come patate, cipolle e carote.

Diverse le aziende che ci hanno segnalato uno stato di disagio davanti a questo scenario, fra queste Apofruit e Valfrutta Fresco.



"Fino a ieri abbiamo raddoppiato i trasporti dai nostri stabilimenti del Sud verso quello di Cesena, perché oggi il rischio è di non poter movimentare merce. Si vive alla giornata ed è frustrante lavorare in questo modo - così si sfoga con IFN Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit - Nonostante i rinnovi dei contratti a gennaio abbiamo subito le manifestazioni di fine febbraio. Siamo consci degli aumenti del gasolio alla pompa e proprio per questo avevamo comunicato agli autotrasportatori la nostra volontà di riconoscere in fattura, mese per mese, l'aumento del carburante: proprio perché è un aumento straordinario siamo pronti a farcene carico. Ma nemmeno questo è bastato: il motore del camion si può lasciare spento, ma noi non possiamo spegnere la produzione ortofrutticola. Il governo ha le sue responsabilità, si è aspettato troppo per convocare un tavolo, così si sono esarcebati gli animi. Il mondo dell'autotrasporto è fatto di un pulviscolo di tante piccole aziende ed è difficile da governare. Anche noi siamo soggetti ai rincari di energia, trasporti, packaging, materie prime... Ma abbiamo cercato di dare un segnale concreto all'autotrasporto".



“Siamo tutti perfettamente coscienti del problema e della gravità della situazione che sta colpendo tutti i settori, sia dal punto di vista produttivo che di tutta la filiera ortofrutticola – spiega a IFN Stefano Soli, direttore generale di Valfrutta Fresco – Ma lo sciopero proclamato per questa mattina non è solo un’iniziativa negativa: non ha alcun tipo di senso e non serve a nessuno, inoltre rischia di mettere la produzione in uno stato di difficoltà maggiore rispetto a quello in cui già si trova”.

E continua: “Come al solito il danno principale lo pagherà la produzione perché la maggior parte dei prodotti già raccolti non si potranno spedire, creando problemi dal punto di vista della distribuzione. Per non parlare dei prodotti ortofrutticoli che non potranno essere raccolti e di quelli che finiranno per essere distrutti”.
Soli sottolinea un’importante conseguenza dello sciopero, ovvero il sorpasso dei prodotti di origine estera su quelli italiani: “Inevitabilmente aumenteranno le importazioni dall’estero e servirà del tempo perché le forniture italiane tornino ad essere competitive. Con questo gesto i trasportatori non fanno altro che mettersi contro il mondo della produzione”.

Avete preso dei provvedimenti per modificare la vostra logistica? “I blocchi saranno inevitabili e, come tutti gli altri operatori del settore, saremo costretti a subire: i prodotti che ci rimetteranno di più saranno le orticole e le fragole”.
Soli sottolinea come l’unica soluzione sia una mossa corale tra produzione, trasporto e distribuzione. “E’ arrivato il momento di discutere insieme del problema e concordare iniziative comuni, è l’unico modo per uscire da questa empasse”.



Domani al Ministero delle Infrastrutture si terrà il tavolo con la viceministra Teresa Bellanova e le associazioni dell'autotrasporto. Si parte da un budget di 80 milioni messo sul piatto dal governo, ma da cui era escluso il nodo del caro gasolio.
Tutte le associazioni aderenti ad Unatras, oltre il 90% delle imprese di autotrasporto italiane, valuteranno l’esito dell’incontro e solo allora decideranno se e quali iniziative attuare in aggiunta a quelle già previste per il 19 marzo.

"Nel rispetto del diritto di tutti i lavoratori di esprimere il proprio malessere attraverso lo sciopero, auspichiamo che la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, assicuri lo svolgimento delle proteste ma anche la movimentazione delle merci agricole», fa invece notare il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele.



Ma anche gli agricoltori sono pronti a manifestare. Oggi, per esempio, a Tarquinia è stata annunciata una mobilitazione dei produttori al fianco degli autotrasportatori. L'appuntamento è nel piazzale della cooperativa Pantano e Centrale ortofrutticola.

“Insieme contro la speculazione sui carburanti e su tutti i prodotti usati in agricoltura - spiegano gli imprenditori laziali - La situazione è drammatica: i costi sono raddoppiati, in primis quello del carburante”.

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