Anbi: le cifre di un Paese idricamente capovolto

Anbi: le cifre di un Paese idricamente capovolto
Purtroppo, la siccità in Italia non è più un evento raro, anzi, negli ultimi anni è divenuta quasi strutturale. Ad un 2021, caratterizzato da una riduzione delle precipitazioni, sta seguendo un inizio di 2022 particolarmente siccitoso nel Centro-Nord del Paese, con temperature superiori alla media stagionale ed una forte scarsità del manto nevoso sull’arco alpino ed appenninico. Lo scenario di una possibile crisi idrica nei mesi a venire preoccupa per le ripercussioni sui molteplici interessi, che gravano sulla risorsa acqua.

Destano particolare preoccupazione i fenomeni di crescente desertificazione (attualmente presenti in più del 21% del territorio nazionale), cui si affianca la risalita del cuneo salino nelle falde, con conseguente sterilità dei suoli. In questa situazione di riduzione generalizzata delle risorse idriche, risulta strategico aumentare le capacità d’invaso, migliorandone al contempo l’efficienza e riducendo ogni spreco determinato dalla vetustà delle infrastrutture la cui età media è 62 anni. “In Italia, c’è un grande bacino dimenticato nascosto da oltre 72 milioni di metri cubi di materiali, depositati sul fondo di 90 invasi, che ne riducono la capacità di quasi il 10%. Pulirli necessita di circa 290 milioni di euro, capaci di garantire, però, oltre 1450 posti di lavoro”. A ricordarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), promotrice del focus su “L’Italia idricamente capovolta”.



L’Italia, pur ricevendo un apporto annuo di pioggia di circa 300 miliardi di metri cubi, ne trattiene solo circa 5,8 miliardi (11%); il rimanente 89% va in mare pressoché inutilizzato. “Con Coldiretti abbiamo presentato il 'piano laghetti’, che prevede la realizzazione di 10.000 bacini medio-piccoli in aree collinari o di pianura entro il 2030 - prosegue il Presidente di ANBI -  Il nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica prevede il completamento di 16 invasi, tra quelli già presenti ma inutilizzati o sotto-sfruttati, per una capacità complessiva di oltre 96 milioni di metri cubi.” L’85% del made in Italy agroalimentare (25% del Prodotto Interno Lordo) dipende dalla disponibilità d’acqua irrigua, circa 3,5 milioni di ettari. 

“Questo processo richiede lo stanziamento di risorse finanziarie adeguate.  – prosegue Vincenzi – I 520 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (P.N.R.R.), oltre ai 440 milioni di euro della Legge di Bilancio 2022, cui unire le risorse finanziarie del Piano Invasi del Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibile, sono insufficienti. I cambiamenti climatici non devono essere affrontati con la liturgia degli stati d’emergenza, ma con realizzazioni in tempi adeguati: nel solo Piano ANBI di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese sono compresi 858 progetti, perlopiù definitivi ed esecutivi, del valore di circa 4.339 milioni di euro in grado di sviluppare oltre 21.000 nuovi posti di lavoro. Queste sono le cifre – conclude il Presidente di ANBI – Ad altri spetta tirare le somme.”

Fonte: Ufficio Stampa ANBI