Attualità

«E' il momento di rivedere le promozioni»

Claudio Mazzini: «Più attenzione alla convenienza. No ai prezzi folli»

L'inflazione si tocca con mano e la composizione del carrello della spesa inizia a modificarsi: prima la pandemia e ora la guerra alimentano un clima di incertezza che si riflette inevitabilmente sugli acquisti. I consumatori, dice a IFN Claudio Mazzini (vice presidente vicario di Ortofrutta Italia e responsabile Freschissimi di Coop Italia), hanno bisogno di essere tranquillizzati: ma questo non vuol dire una corsa folle al prezzo più basso. L'occasione, questa la tesi espressa dal manager durante la nostra Diretta della settimana scorsa (clicca qui per rivederla), è propizia "a rimodulare la promozionalità, che soprattutto in questo momento dovrebbe essere più votata alla convenienza: cambiare l'approccio potrebbe ridare valore a tutto il mondo dell'ortofrutta, evitando iniziative davvero poco utili".

Ma il combinato tra pandemia e guerra che impatto sta avendo? "I due eventi che si sono susseguiti stanno determinando una situazione di totale e assoluta incertezza - risponde Mazzini - Gli istituti più prestigiosi stimano un aumento inflattivo tra gli 8 e i 13 punti: uno scenario che non si vedeva da quando ero bambino. Abbiamo già effetti importanti sul calo dei consumi, quando vi è incertezza la propensione è di spendere meno, di restare chiusi nel proprio nido. Così tutti i prodotti che hanno una spesa più alta rischiano di rimanere penalizzati: i consumi ittici, per esempio, nelle ultime settimane hanno registrato un calo devastante e anche le carni rosse stanno soffrendo".

Venendo al reparto ortofrutta della distribuzione moderna, Mazzini rileva "un riposizionamento della spesa, il segno a valore resta positivo solo grazie a una inflazione terrificante, a volume è un disastro". Indicazione confermata anche dall'ultima analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter: a febbraio (clicca qui per leggere la notizia) il dato è del -7,5% e il fenomeno sarà inquadrato e analizzato durante la prossima edizione di Think Fresh – Operazione Retargeting.

"Uno degli aspetti che più preoccupa chi fa il nostro lavoro è l'avviarsi di queste due spirali contrarie - argomenta il distributore - da una parte quella inflattiva, dall'altra quella dei consumi: quando si incrociano rischiano di generare un uragano preoccupante. Ad oltre un mese dallo scoppio del conflitto ucraino ancora non si intravede un termine. Gli impatti nel medio periodo sono ancora tutti da studiare e nessuno di noi ha una ricetta se non quella di provare a dare tranquillità alla filiera alimentare, cercando di non far mai mancare merce, perché anche questo avrebbe un impatto negativo. Non ho mai visto consumare tanto olio di girasole come in questo periodo: non c'è carenza in assoluto di oli, ma quando partono informazioni che manca o potrebbe mancare un prodotto piuttosto che un altro, il primo effetto è l'accaparramento. Alla filiera va data tranquillità nei due sensi, sia sul fronte degli approvvigionamenti che su quello dei consumatori, sul fatto che non ci sono rischi che manchi prodotto. In ogni caso questo combinato disposto tra Covid e guerra fa sì che ci siano maggiori incertezze e riduzioni complessive dei consumi".

Che fare per tranquillizzare la filiera e i consumatori? C'è chi propone un taglio dell'Iva, chi chiede sostegni pubblici, chi si fionda in iniziative promozionali... "Il vero tema è rompere il gioco psicologico, dare una percezione di normalità e tutte quelle azioni che possono portare a questo sono utili - riflette il vicepresidente dell'interprofessione - L'Iva del 4% sull'ortofrutta fresca non sposta nulla ma, come diceva il grande Totò, è la somma che fa il totale. Un pacchetto di iniziative messe in campo per agevolare i consumi potrebbe aiutare molto, così come una rimodulazione della promozionalità, più attenta all'aspetto della convenienza, senza lanciarsi in follie con i prezzi - conclude Claudio Mazzini - ma che sia rispettosa della filiera".