Nocciole, strada sbarrata in Calabria per Ferrero

Il presidente del Consorzio calabrese: «Qui piante inadatte per l'intensivo»

Nocciole, strada sbarrata in Calabria per Ferrero
Per il “Progetto nocciola Italia”, il gigante della Nutella Ferrero è alla ricerca di terreni da riconvertire e valorizzare. In Calabria però trova sempre la strada sbarrata. Dopo i no di tre e di due anni fa, il presidente del Consorzio di tutela e valorizzazione della nocciola di Calabria, Giuseppe Rotiroti, ribadisce di nuovo il motivo per cui rifiuta i contratti ventennali proposti dalla multinazionale per comprare le nocciole con contratti a prezzi di mercato. Tra le motivazioni, creare posti di lavoro in Calabria. 



“La nostra Tonda calabrese è un prodotto di nicchia”, ha detto all’agenzia stampa Agi. “Ferrero – ha spiegato Rotiroti - acquista prevalentemente nocciole provenienti dalla Turchia, circa il 70% di quelle che utilizza. Noi non vogliamo mettere la Tonda calabrese nella massa. Vogliamo, invece, valorizzarne l’identità e che i consumatori vengano qui per comprare il prodotto. Il nostro obiettivo – sottolinea – è lavorare le nocciole in Calabria per creare posti di lavoro. Per ora riforniamo piccoli artigiani, in particolare laboratori di pasticceria e gelateria”.

In Calabria la corilicoltura è una tradizione che risale al 1700 e Ferrero e da cui si ricavano circa 3mila quintali di nocciole che si estendono su 350 ettari tra Cardinale e Torre Ruggiero, nel basso Ionio catanzarese. 



Rotiroti è contrario al progetto in Calabria, in primo luogo per la qualità della pianta. “I nostri alberi – ha spiegato in passato – non hanno le caratteristiche per una produzione ben più intensiva. Per gli obiettivi della Ferrero di fatto non basterebbe l’intero territorio vocato alla produzione e ricompreso tra i comuni di Cardinale, Torre di Ruggiero e Simbario”.
 
Al presidente non sta bene inoltre che le nocciole sarebbero trasformate fuori. “È un meccanismo che conosciamo, che non ha prodotto e non produrrà occupazione relegandoci ad essere non imprenditori, ma coloni di una logica che non condividiamo. Per questo – conclude - abbiamo avviato un progetto di trasformazione sul posto che costituirà l’ulteriore passaggio di un processo virtuoso per la Tonda calabrese avviato nel 2008 per realizzare un impianto da 500mila euro, con i fondi del Psr, che impegnerà almeno 10 operai”.

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