«Troppa concentrazione su poche referenze»

Bragotto (dg Cultiva) e la IV Gamma: «L'innovazione sia supportata dal trade»

«Troppa concentrazione su poche referenze»
Riprendono le fiere e l’azienda veneta Cultiva, specializzata in IV gamma, non si è lasciata scappare l’appuntamento di Fruit Logistica, prima di MarcaFresh (hall 29
stand B70-C69), dove oggi e domani presenterà la nuova linea bio.



Quello che è mancato di più alle realtà della filiera sono stati gli incontri: “Siamo contenti di essere tornati a stringere mani - dichiara a IFN Massimo Bragotto, direttore generale (nella foto di apertura, ospite dell'evento Think Fresh dello scorso anno) - Finalmente si accelerano gli incontri che per due anni sono stati molto limitati. Ma devo dire che ultimamente noto meno vivacità rispetto al periodo pre-Covid. Ci sono meno stimoli rispetto al passato e anche le richieste da parte della clientela, che erano pressanti soprattutto in termini di nuovi prodotti o progetti ad hoc sono diminuiti".



Questo cambiamento, secondo il direttore generale di Cultiva, può dipendere proprio da un rallentamento delle fiere, delle visite nelle sedi, del rapporto continuo ed assiduo che è mancato negli ultimi due anni: “la mancanza di incontri tra retailers e fornitori – spiega – ci ha fatto perdere slancio e dinamismo, elementi assolutamente da recuperare. Speriamo che questo stop sia dovuto agli strascichi della pandemia, e quindi di riuscire a recuperare da qui in avanti”.

Il primo trimestre appena concluso è stato comunque positivo per l’Op veneta che coltiva anche negli Stati Uniti su entrambe le coste, Atlantica e Pacifica. “Il 2021 è stato un anno di grande riorganizzazione – dichiara Bragotto – durante il quale abbiamo impostato una linea commerciale più definita e aggressiva che ci ha portato a chiudere l’anno in positivo e ad iniziare il 2022 altrettanto bene, concludendo il primo trimestre con incrementi a due cifre”.

I livelli raggiunti non sono, però, ancora sufficienti a coprire le perdite che ci sono state durante l’emergenza sanitaria. “Soprattutto – aggiunge Bragotto – il mercato della IV gamma sta vivendo una concentrazione su pochissime referenze che costituiscono i tre quarti del giro di affari. Questo potrebbe trasformare un mercato estremamente interessante in un mercato di commodities. Non possiamo permettercelo, sarebbe drammatico soprattutto in un momento di esplosione dei costi e di bassa crescita".



L’innovazione, ad oggi, non riesce ancora a risollevare il mercato. “È importante e interessante – commenta - ma rimane poco sullo scaffale, non raggiunge la profondità e realizza pochi colli per punto vendita con un risultato finale che è sempre e comunque figlio di un lavoro iniziato in area category e finalizzato solo da pochi rispetto ad altri mercati dove il ruolo della categoria e la scelta strategica, che scaturisce poi in un planogram strutturato, è chiaro da anni. Le aziende che hanno un'ampia logistica e molti clienti riescono con l’innovazione a raggiungere anche le località e punti vendita remoti, mentre nelle realtà più piccole, se l’innovazione non copre velocemente la rete, rischia di essere una goccia nel mare e di essere ritirata dal mercato poco dopo. Senza essere certi di aver realmente raggiunto il consumatore finale".

"Quindi - conclude Massimo Bragotto - sì all’innovazione, ma fatta in modo sostenibile e in progetti di ampio respiro, con il supporto strategico e condiviso da parte del Trade: “Le novità non riguardano solo un singolo prodotto, ma possono abbracciare anche un intero settore o una linea, come il biologico, che per noi rappresenta il 25% del giro di affari. Se si fa bio in modo economicamente sostenibile con il giusto gap verso il convenzionale – conclude - si può fare bingo sia in Italia, soprattutto con la IV gamma, che all’estero con la prima”. Insomma, abbiamo bisogno di lavorare in modo più chiaro, condiviso e strategico per il bene della categoria, ancora troppo caotica e ad oggi senza i necessari volumi e margini.

Hanno collaborato Alfonso Bendi e Fabrizio Pattuelli

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