«Vi racconto le potenzialità del gialletto Minirillo»

Petrillo (Seminis): «Un melone che aiuta i produttori e che piace alla Gdo»

«Vi racconto le potenzialità del gialletto Minirillo»
Il sentore comune è che la campagna meloni 2022 farà registrare una contrazione delle superfici dedicate. In questo quadro, però, ci sono produzioni che stanno guadagnando interesse, come i gialletti. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Petrillo, sales area manager e key account melone di Seminis.



Meloni gialletti, quale trend registrate in Italia?

Dopo l’incremento dello scorso anno, stiamo registrando un calo delle delle superfici dovuto ad un insieme di fattori, dall’andamento delle vendite e dei prezzi registrati durante la scorsa campagna agli aumenti esponenziali dei costi di produzione, non ultima l’incertezza che viviamo tutti i giorni dovuta alla situazione socio politica in Europa e non solo, che oltretutto arriva dopo due anni di pandemia con tutte le restrizioni e incertezze che ha portato.

Il mercato del gialletto in che cosa si differenzia dagli altri meloni?

In Italia, da nord a sud, abbiamo usi diversi ed il melone non fa eccezione. Solo il retato tradizionale viene consumato lungo tutto lo Stivale, per il resto ogni area ha delle preferenze diverse. Il nord predilige il Liscio, al centro soprattutto a Roma e dintorni, viene preferito lo Charentais o Francesino, in Sardegna viene consumato il Piel de Sapo, mentre al sud è molto apprezzato il “Gialletto”.  Negli ultimi anni, per diversi motivi, il Gialletto ha iniziato ad essere apprezzato anche in aree dove in passato non lo era, parte del merito è della Grande Distribuzione che ha contribuito alla divulgazione inserendolo nei banchi anche dove non era parte della tradizione. La presenza stabile di stranieri, alcuni dei quali nei paesi di origine lo consumano abitualmente e non ultima la voglia di qualcosa di diverso da parte dei consumatori, che soprattutto a fine estate, cercano alternative alla frutta che hanno consumato fino a quel momento.



La proposta di Minirillo a quali esigenze risponde?

Il Minirillo risponde alle esigenze di tutta la filiera moderna, a partire dai produttori che tutti i giorni sono alle prese con i problemi legati a nuove malattie e/o evuluzioni delle vecchie, grazie alla pianta rustica con le resistenze genetiche ad alcune malattie come la Fusariosi, l’Oidio (anche alla razza 3.5 presente e molto aggressiva negli ultimi anni) ed agli Afidi. Risponde alle esigenze della filiera lunga, grazie alla capacità dei frutti di conservarsi a lungo in post-raccolta ed, è apprezzato dai consumatori perchè la qualità è molto elevata. Infine la Grande Distribuzione lo apprezza per la capacità di produrre un buon quantitativo di frutti con pezzatura più contenuta rispetto allo standard (mediamente 600/700 grammi in meno di Giorillo). Inoltre prorprio grazie alle resistenze oltre ad una diminuzione dei costi di produzione possiamo ottenere un prodotto più sostenibile, con un basso impatto sull’ambiente e allo steso tempo un prodotto più sano.

Dopo l'esordio del 2021 che programmi ci sono per il 2022?

Abbiamo ricevuto diverse manifestazioni di interesse da diverse figure della filiera, il nostro obbiettivo è quello di far conoscere definitivamente la varietà sul mercato e farne apprezzare i benefici.



La pezzatura ridotta può incentivarne il consumo?

Negli ultimi anni, sia per il melone che per l’anguria, stiamo assistendo ad un incremento della richiesta per le pezzature più contenute. In passato le famiglie erano più numerose, le esigenze sono cambiate e la filiera deve non soltanto adeguarsi velocemente ma provare ad anticipare le nuove esigenze di famiglie che cambiano abitudini, consumi e metodi di approvigionamento della spesa.

Come può essere valorizzato l'aspetto del frutto sui banchi della distribuzione?

I nostri produttori si impegnano molto per ricercare confezioni sempre più attraenti e utili per il consumatore, che deve portare il frutto dal banco a casa, spesso però non li troviamo confezionati ma messi alla rinfusa sui  banchi, dove vengono manipolati ed inevitabilmente battuti uno contro l’altro, il che provoca la comparsa di macchie brune sui frutti che non aiutano sicuramente l’aspetto esterno. Probabilmente lasciare i frutti sitemati nelle cassette aiuterebbe non poco l’aspetto estetico nei banchi della grande distribuzione, fermo restando che esistono canali diversi dove i frutti vengono proposti direttamente nei bins di plastica o legno, ma queste sono realtà diverse. 

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