L'incubo di un regime di spesa controllata

Galli (Nielsen): «Polarizzazione dei consumi, stare nel mezzo è pericoloso»

L'incubo di un regime di spesa controllata
In Italia prevale la cautela: il 75% dei consumatori vive in un regime di spesa controllata e davanti alle incertezze dettate dal mix tra guerra e pandemia preferisce essere prudente con gli acquisti. Anche se questi fenomeni non hanno impattato con la sua situazione finanziaria. Resta poi la polarizzazione dei consumi: crescono le vendite dei prodotti ad alto valore e quelle delle referenza a prezzo basso. Il rischio, per chi ha un'offerta che sta in mezzo, è di perdere quote. Questa la fotografia scattata da NielsenIQ e presentata da Stefano Galli, global business partner NielsenIQ, giovedì scorso durante l'appuntamento Forum Tutto l’Anno intitolato “I consumi alimentari nell'età dell'incertezza" e promosso dalla Cdo Agroalimentare.



"Leggere i trend nel largo consumo, guardando dal 2019 ad oggi, è difficile - ha osservato Galli - Ci sono alcuni fenomeni che si stanno confermando, come la polarizzazione, mentre altri se ne aggiungono".



La ricerca globale di NielsenIQ, che ha riguardato anche l'Italia, ha indagato il mood dei consumatori a pochi giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina. "Una lezione che abbiamo imparato è che dobbiamo essere agili e adattarci a queste dinamiche mutevoli - ha evidenziato il global business partner NielsenIQ - L'imponderabile è successo e il risultato è che si ricalibrano gli investimenti, serve essere flessibili per trovare un nuovo equilibrio il più velocemente possibile".



C'è una metamorfosi del consumatore. "Quelli più vulnerabili devono rivedere necessariamente la loro spesa, ma il clima di incertezza impatta su tutti - ancora Galli - Gli impatti dell'inflazione non sono uguali per tutti: c'è un cambio di consumi che si aggiunge a uno stato permanente di incertezza. Abbiamo visto alcuni cambiamenti che da congiunturali si stanno trasformando in strutturali".

Solo un quarto dei consumatori dice che nel 2022 non cambierà abitudini. "Il Covid ci ha reso tutti più simili - ha evidenziato l'esperto - C'è una nuova clusterizzazione dei consumatori nel mondo". Quel regime di spesa controllata di cui abbiamo fatto cenno, dove si intersecano polarizzazione e specializzazione. Un quadro che ben si adatta anche all'ortofrutta. "Stare nel mezzo del mercato può creare problemi, essere un mainstream oggi è rischioso - la tesi di Galli - In Italia, poi, c'è una grande fascia di incertezza".



Ma le nuove priorità di spesa possono in un qualche modo strizzare l'occhio a frutta e verdura. Se i consumatori dichiarano che taglieranno elettronica e vacanze, sono invece pronti a premiare i prodotti freschi e tutto ciò che può portare beneficio alla salute. Una tendenza marcata anche e soprattutto tra i consumatori cauti.



"I cambiamenti che si intravedono ci portano verso stili di vita più domestici - ha spiegato il global business partner NielsenIQ - Più food e meno viaggi. La propensione all'acquisto di prodotti freschi e salutari cresce per tutte le tipologie di consumatori. Un'area destinata a crescere è quella dei prodotti premium e di filiera. Ci sarà un'ulteriore polarizzazione dei comportamenti di acquisto, per questo occorre essere ancora più agili e orientati al cambiamento - ha concluso Stefano Galli - monitorando costantemente questi trend e facendosi trovare pronti per cavalcarli".

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