Si tira la cinghia, ma i freschi non si toccano

Stili di vita e abitudini di consumo che cambiano, l'impatto sull'ortofrutta

Si tira la cinghia, ma i freschi non si toccano
I consumatori italiani sono più preoccupati per la loro situazione finanziaria ma sono meno disposti a cambiare il modo in cui consumano. Soprattutto non intendono rinunciare all'acquisto di prodotti alimentari freschi. Una buona notizia per l'ortofrutta quella che emerge dall’ultima edizione dell’EY Future Consumer Index, un'indagine che delinea i principali cambiamenti nei comportamenti dei consumatori a seguito di anni segnati dalla pandemia e dell’impatto delle attuali evoluzioni economiche.



Secondo i dati dell’EY Future Consumer Index, che ha sondato le opinioni di oltre 17mila cittadini in tutto il mondo di cui 500 in Italia, se da un lato il contenimento dell’emergenza pandemica ha portato con sé una certa speranza verso il futuro, questa è in parte diminuita per via delle incertezze introdotte dalla guerra in Ucraina e dall'accelerata spinta inflazionistica. A questa trasformazione si affiancano nuove dimensioni legate all’esperienza d’acquisto, come il metaverso, e un’attenzione sempre maggiore sui temi di sostenibilità intesa come impatto ambientale dei prodotti e da parte dei brand.

Ma se l'attenzione al benessere del pianeta è elevata, in modo particolare tra i consumatori italiani, dall'altro lato ci sono forti resistenze a spendere e a riconoscere un valore aggiunto ai prodotti sostenibili. Il 61% del campione italiano fa attenzione all’impatto ambientale dei propri acquisti, però il 78% è scoraggiato dai prezzi elevati e il 54% necessita di maggiori informazioni per fare scelte sostenibili.



L'aumento dei costi ha comportato un riorientamento dell’attenzione dei consumatori verso la propria situazione economica-finanziaria che, a sua volta, sta dando forma a modelli di consumo differenti: l’85% degli intervistati in Italia dichiara di essere preoccupato per la propria condizione economica in parte dovuta alla spinta inflazionistica, al rincaro dei prezzi dell’energia e alle incertezze macroeconomiche. Sempre tra gli intervistati italiani, il 51% fatica a causa dell'aumento del costo di beni e servizi e il 39% acquista solo prodotti essenziali.
L’aumento dei prezzi sta trasformando le scelte dei consumatori che nei prossimi sei mesi dichiarano di diminuire gli acquisti in abbigliamento (41%), servizi di elettronica (32%), cosmetici e prodotti di bellezza (31%). Inoltre, gli intervistati italiani sono generalmente disposti a ridurre la spesa in tutte le categorie ad eccezione secondo il 27% degli alimenti freschi, a conferma dell’importanza attribuita al benessere fisico, e dei viaggi secondo il 28%, anche grazie al graduale allentamento delle misure di contenimento dell’emergenza pandemica. A conferma della generale percezione di incertezza, nel Paese il 90% degli intervistati non pianifica di comprare una casa proprietà immobiliare nel prossimo futuro.


Si consolidano gli stili di vita più casalinghi, preferiti dal 74% degli intervistati italiani - e questo ha ovviamente un impatto sui consumi di ortofrutta e sui canali dove si effettuano gli acquisti - riducendo secondo l’80% le occasioni di incontro e socializzazione rispetto al pre-pandemia.
Nonostante questi trend, dopo gli anni vissuti tra lockdown e limitazioni negli spostamenti, in Italia l’84% degli intervistati ha voglia di tornare alle abitudini pre-Covid e di recuperare, secondo il 72%, le opportunità che non sono state colte durante la crisi. In questa prospettiva, rientra anche la pianificazione per il 67% delle vacanze dei prossimi sei mesi di cui il 22% prevede di spendere più di quanto normalmente stabilito.

Si tira la cinghia, quindi, ma non su tutto. Tra le altre priorità di acquisto perde peso il segmento di individui che mette al primo posto la salute. Nonostante questo salute e benessere rimangono temi importanti per i cittadini e la pandemia Covid-19 ha reso evidente la necessità non solo legata all’aspetto di cura-guarigione ma anche di prevenzione, e su questo il consumo di frutta e verdura ne ha beneficiato anche se non ha capitalizzato in pieno le opportunità. Il 62% degli italiani considera i prodotti healthy più importanti.



“Negli ultimi tempi l’impatto della crisi sanitaria e le spinte inflazionistiche stanno trasformando notevolmente le abitudini di acquisto e l’atteggiamento verso lo stile di consumo - commenta Stefano Vittucci, consumer products and retail sector leader di EY in Italia - In previsione dell’aumento dei prezzi di alcuni prodotti, i consumatori concentrano le proprie spese su determinate categorie come, ad esempio, cibi freschi e prodotti per la casa ed il personal care. Rimane sempre importante l’attenzione alla sostenibilità nelle scelte d’acquisto, intesa come salvaguardia del pianeta e impatto ambientale, ma emerge rilevante l’interesse verso l’esperienza nel consumo che si sta espandendo sul mondo del digitale, del gaming e del metaverso. È dunque fondamentale per i brand e i retailer esplorare nuove modalità per rispondere ed anticipare i nuovi bisogni dei consumatori, personalizzando la brand experience e rendendo sempre più accessibile e agevole l’acquisto”.

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