«Basta albicocche saponetta»

Gallo: «Certe varietà sono da eliminare. Patto tra costitutori, produttori e Gdo»

«Basta albicocche saponetta»
La campagna dell'albicocca precoce è ormai archiviata e i nodi vengono al pettine: gusto non sempre all'altezza, andamento climatico che anche quest'anno ci ha messo lo zampino, e ora il rischio è quello di dover recuperare un consumatore deluso dal primo assaggio della stagione, che magari è stato pagato anche a caro prezzo.

"Ci sono troppe varietà sul mercato, troppe varietà che vengono proposte e che deludono le aspettative: basta albicocche saponetta, rovinano il mercato", tuona Natalino Gallo, presidente dell'Op Agricor di Corigliano Calabro (Cosenza), realtà specializzata nella coltivazione di questo frutto.

"Gli operatori sono stanchi di mettere a dimora varietà nuove non collaudate sugli areali di produzione a cui sono destinate - ragiona l'imprenditore - Attualmente nel mese di maggio si concentrano la maggior parte delle albicocche non spaorite, non produttive: è veramente un massacro, anche perché questo lo scopri dopo aver investito, dopo aver messo a dimora un impianto. I costitutori e i vivaisti dovrebbero prima testare a fondo le varietà che propongono: altrimenti ci troviamo sul mercato queste varietà saponetta che finiscono per danneggiare i frutti più buoni".



Perché? "Ci troviamo davanti a una forte contraddizione - risponde Gallo - Sarà mai possibile che con il prodotto precoce e poco gustoso si faccia reddito, mentre le albicocche più saporite non fanno realizzo? Il consumatore trova albicocche care quando non sono buone e poi quasi gratis quando il gusto esplode: in questo l'aiuto della Gdo è fondamentale: determinate varietà non andrebbero commercializzate. Ma non è che se non lo facciamo noi produttori italiani, poi si finisce per andare in Spagna a cercarle...".

La spinta per entrare prima sul mercato, anche a costo di commercializzare un prodotto non all'altezza, è sempre una tentazione. Anche quest'anno ci si è cascati. "Sì, ma qui entra in gioco la strategia del distributore: se il prodotto precoce non è buono va bloccato. Tutti parlano di qualità ma poi trovi albicocche immangiabili. Bisognerà mettersi d'accordo su cosa sia la vera qualità. Io credo si debba ragionare seriamente tra costitutori, vivaisti, produttori e distributori - evidenzia il presidente dell'Op calabrese - altrimenti noi produttori ci troveremo col cerino in mano. Quest'anno sul precoce i danni sono ormai fatti: il meteo non ci ha aiutato, ma nemmeno le varietà. Tanti consumatori hanno riscontrato poco gusto ora li dobbiamo riconquistare".



Ma oltre a questo aspetto quali altri errori vanno evitati? "E' ora di finire la corsa ai calibri grossi, è il momento di capire che l'albicocca è un frutto piccolo, non può essere di cento grammi - ribadisce l'imprenditore - Sarebbe bene di mettere un freno alle ormonature".

L'Op Agricor sta facendo una scelta in controtendenza. "Siamo a un 50% dei volumi di una annata normale perché abbiamo scelto di non lavorare le albicocche poco saporite - illustra Gallo - Quantità ridotte, dunque, ma per fortuna i nostri clienti che amano il sapore non fanno mancare le richieste. La nostra è una scelta coraggiosa ma rischiosa, abbiamo frutteti con un paio di varietà non idonee che stiamo riconvertendo: mi auguro che con le albicocche più saporite possiamo garantire reddito ai soci. Su questo deve esserci una visione di filiera affinché si valorizzino i prodotti saporiti e gustosi".



Da oggi parte poi la commercializzazione dell'albicocca a Residuo Zero di Gallo. "Esordiamo con la Tsunami, oggi il top delle albicocche bicolori. Stiamo poi facendo i primi stacchi delle rosse, ma bisognerà aspettare la prossima settimana per avere volumi importanti - conclude Natalino Gallo - Avremo questi frutti fino al termine di luglio e saranno valorizzati con il nostro brand Eccelsa".

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