«Un settore incerto, ma si intravede la ripresa»

Bruni, Vernocchi e Salvi: «Cambia la fisionomia produttiva, importante trovare nuovi mercati»

«Un settore incerto, ma si intravede la ripresa»
Preoccupazione e incertezza sono all’ordine del giorno per il settore ortofrutticolo, ma si profila uno spiraglio di ripresa. È questo lo scenario evidenziato dal webinar “L’ortofrutta tra guerra e siccità: quali strategie per il riscatto?” in cui sono intervenuti anche Paolo Bruni, presidente di Cso Italy, Marco Salvi, presidente di Fruitimprese e Davide Vernocchi, coordinatore ortofrutta Alleanza Cooperative Agroalimentari. 

Moderati da Silvia Marzialetti de Il Sole 24 Ore Radiocor, i partecipanti hanno analizzato e commentato la chiusura dei mercati russo-ucraini, gli alti costi di produzione, l’allargamento dei mercati extra-Ue, le tecniche di miglioramento genetico e gli effetti dei cambiamenti climatici. 

“La fisionomia produttiva italiana è stata ridisegnata dall’embargo russo del 2014, dall’interruzione dei rapporti con l’Egitto e dalla chiusura del porto di Shangai – ha esordito Davide Vernocchi facendo un elenco di tutto ciò che danneggia la produzione. “In casa nostra la pianura padana ha visto aumentare la temperatura media di 2 gradi centigradi rispetto allo standard e le precipitazioni si sono ridotte del 30%. A questo si aggiunge l’ingresso di insetti parassiti come la cimice asiatica che nel 2019 ha comportato danni per 500 milioni di euro solo per la filiera del pero. Per questo stiamo assistendo ad uno spostamento delle scelte culturali da parte dei produttori che altrimenti non trovano una sostenibilità economica. Nel complesso il quadro non è rassicurante nemmeno per i consumi perché il potere di acquisto del consumatore si è ridimensionato”



Davide Vernocchi

Il coordinatore di Alleanza Cooperative Agroalimentari e presidente di Apo Conerpo si è espresso anche sul Green Deal europeo che prevede una riduzione dell’utilizzo dei pesticidi nei prossimi dieci anni. “L’obiettivo è ambizioso e l’ortofrutta ci lavora già da 30 anni. Bisogna fare i conti però con i parassiti da cui non riusciamo a difenderci e che sono spuntati da cinque o sei anni a questa parte. Il cambiamento deve quindi essere accompagnato affinché il produttore possa ottenere il meglio della produzione sia a livello qualitativo che quantitativo”.

Qui la chiave per Vernocchi è solo una: il miglioramento genetico. “Purtroppo il contesto comunitario non distingue l’Ogm da altre tecniche, ma è una frontiera su cui dobbiamo accelerare perché l’agricoltura non ha gli stessi tempi della burocrazia”. 


Marco Salvi

Si è toccato anche il tema export. “I consumi in Europa sono stagnanti, per questo è importante aprire nuovi mercati in un periodo in cui un conflitto di rilevanza mondiale crea preoccupazione per il nostro settore. Non sappiamo infatti dove andranno a finire i quantitativi di paesi competitor come Turchia, Iran e Nord Africa, ma abbiamo visto come tante navi cariche di uva, kiwi, pere, mele e agrumi provenienti dall’emisfero sud e dirette a San Pietroburgo sono state deviate nei porti europei creando pressione sui mercati e abbassamento dei prezzi”. Questa l’analisi del presidente di Fruitimprese, Marco Salvi, che ha puntato i riflettori anche sulla mancanza di manodopera proprio a causa di lavoratori stranieri che hanno scelto paesi del centro-nord Europa dove il salario è più alto. “Dobbiamo non solo recuperare polacchi e rumeni formati da noi, ma assumere anche i profughi ucraini”.


Paolo Bruni

Ha concluso il webinar Paolo Bruni, presidente di Cso Italy, che ha cercato di portare ottimismo. “Possiamo ipotizzare che il 2022 possa essere l’annata giusta per il ritorno alla quasi normalità. Se guardiamo alla produzione, pesche e nettarine sono aumentate del 40% rispetto al 2021. Ancora non abbiamo una previsione certa per pere, mele e kiwi, ma data la fioritura le premesse sono ottime”.

Anche la ripresa degli eventi fieristici è un grande passo: “Tornare a far incontrare buyer e aziende è stato vitale per creare nuovi progetti come Unapera che lo scorso anno è stata una svolta per il futuro del frutto. Abbiamo permesso ad aziende concorrenti di mettersi insieme per commercializzare sotto un’unica mano. Anche per questo parlo di segnali di ripresa”. 

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