«Angurie, ottima qualità ma lievitano i costi»

Azienda Octavius: «Aumenti di 1500 euro a ettaro. Esordio positivo»

«Angurie, ottima qualità ma lievitano i costi»
Se riavvolgiamo il nastro le ultime campagne angurie hanno vissuto più di una criticità, ma quest’annata pare partita bene: in Puglia, grazie alle condizioni meteo favorevoli che non hanno danneggiato la produzione come in passato, ci sono buoni presupposti, anche sul fronte della marginalità. 
“Le prospettive sembrano essere quelle di una stagione promettente - dichiara a IFN  Luigi De Giorgio, dell’azienda pugliese Octavius specializzata nella coltivazione delle angurie – soprattutto per l’aspetto qualitativo del prodotto. La campagna commerciale ha avuto un inizio sprint grazie al caldo improvviso che ha sferzato l’Italia anche se da qualche giorno le temperature si sono normalizzate e i consumi sono rientrati”.



“Ovviamente - afferma l’imprenditore - in questi anni il peso ingente dei costi di produzione e una marginalità spesso non sufficiente hanno condizionato il comparto. Nell’ultimo anno abbiamo avuto un aumento dei costi di produzione di circa 1500 euro ad ettaro. Inoltre, si assiste anche ad un’evoluzione dei consumi, ad oggi si predilige la mini-anguria che per i consumatori è più pratica per le dimensioni, si evita di trasportare frutti troppo grandi, e vince la comodità anche con la facilità di taglio in casa. Perlopiù l’anguria tradizionale ha delle performance migliori quando è venduta a quarti”.



Detto questo, però, va evidenziato che le angurie classiche non perdono il loro fascino commerciale: bisogna solo regolarizzare il mercato evitando momenti di eccessiva offerta, mantenendo una marginalità adeguata agli investimenti dei produttori.
“Per quanto riguarda l’aspetto agronomico – racconta De Giorgio - per ottenere dei buoni standard produttivi e qualitativi in Octavius, nonostante i 130 ettari che gestiamo, è opportuno potenziare al massimo l’impollinazione entomofila con bombi e preparare il terreno con stallatico di alta qualità e un ottimale livello di potassio per migliorare la dolcezza del prodotto”.
Tornando al mercato, invece, l’imprenditore pugliese puntualizza come le importazioni dal Marocco dovrebbero presto fermarsi, così anche il prodotto del Sud Italia dovrebbe avere più spazio. 

Copyright 2022 IFN Italiafruit News