Puglia, modello UNAPera per la ciliegia

L'assessore Naglieri (Bisceglie): «Igp e una Aop per rispondere alla crisi»

Puglia, modello UNAPera per la ciliegia
Un modello c'è. E quando esiste un percorso da seguire, da cui prendere esempio, almeno sulla carta è tutto più semplice. Una risposta alle difficoltà che la ciliegia pugliese sta vivendo anche in questa campagna la si potrebbe trovare nell'organizzazione dell'offerta e della promo-valorizzazione del frutto. Quello che in Emilia-Romagna è stato fatto sulla pera – leggasi l'Aop UNAPera e le relative sinergie con il Consorzio della Pera dell'Emilia-Romagna Igp – in Puglia si potrebbe strutturare sul prodotto ciliegia.

E una sollecitazione in tal senso arriva anche dal mondo istituzionale, che ha drizzato le antenne davanti alle tensioni emerse nelle ultime settimane, con i mercati invasi dal prodotto – anche di piccolo calibro e qualità non sempre idonea – e le relative quotazioni che si sono via via sgonfiate.



E' l’assessore alle attività produttive del Comune di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), Giovanni Naglieri, a lanciare la proposta. «Sarebbe auspicabile che la Regione inizi realmente ad approcciarsi al problema, uscendo dal cliché dei patrocini delle feste di popolo – incalza l'amministratore pubblico – promuovendo la costituzione del marchio Igp Puglia, sostenendo la filiera diretta alla costituzione di un’Aop, favorendo le iniziative di impresa per la trasformazione e commercializzazione delle ciliegie e dei suoi sottoprodotti».



Questo guardando al futuro, ma il presente della campagna cerasicola è fatto di prezzi bassi e tanto prodotto da collocare che ingolfa i mercati e dalla Puglia si ripercuote anche su altri areali. Che fare nell'immediato? «Dare priorità assoluta alla ciliegia Ferrovia di calibratura non inferiore alla 28», risponde Naglieri. «Chiunque deciderà di fare il contrario si accollerà un rischio e si ritroverà a breve con dei costi di raccolta e di lavorazione commerciale difficilmente compensabili da eque valorizzazioni del prodotto, ove ciò avvenga – spiega l'assessore sulla Gazzetta del Mezzogiorno - mi auguro anche che dopo questa campagna intervenga l’area tecnica associativa per porre fine a questo proliferare di varietà, difficilmente aggregabili. Con grande previsione elaborata già da fine aprile posso affermare che siamo ufficialmente entrati nella fase del collasso commerciale: produzioni di ciliegie hanno raggiunto un livello quantitativo molto alto ed il collo d’imbuto della Grande Distribuzione Organizzata è oramai troppo stretto per poter dare ancora spazio a lotti di piccola calibratura e a varietà non competitive, che non potrebbero sostenere il mercato dell’esportazione».

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