Come uscire dal tunnel delle incertezze

Le sollecitazioni di Italia Ortofrutta, le risposte del Mipaaf

Come uscire dal tunnel delle incertezze
Incertezze ce ne sono a iosa. Clima pazzo, costi di produzione in aumento, manodopera che non si trova nemmeno col laternino, mercati volatili, insetti, fitopatie e chi più ne ha più ne metta. Però si può uscire da questo tunnel a patto di seguire una strada precisa e Italia Ortofrutta - come emerso ieri nel convegno organizzato dall'unione nazionale "Il settore ortofrutticolo organizzato all'inizio della nuova politica di sostegno e nell'ambito del mutato contesto economico e commerciale" - ha un'idea precisa del percorso da fare.



Il presidente Gennaro Velardo e il direttore Vincenzo Falconi hanno acceso i riflettori su burocrazia, export, consumi interni e il relativi impatto dell'inflazione... Un contesto "poco roseo" così come è stato definito, dove "la conferma del modello di sostegno europeo per il settore ortofrutticolo con l’intervento settoriale ortofrutta è sicuramente una nota positiva". L'aggregazione è quindi la prima risposta da mettere in campo: "in oltre 25 anni l’Ocm con i programmi operativi delle Op ha consentito al settore di crescere, di ammodernare le strutture, di lavorare sulla qualità dei prodotti e delle risorse umane, portando il livello di aggregazione a superare il 55% in valore e coinvolgendo un terzo delle superfici e delle quantità di prodotto - rimarcano i vertici di Italia Ortofrutta - La sfida di un maggior impegno ambientale e della ricerca sono aspetti da accogliere con fiducia ed a cui il settore non può sottrarsi, con l’obiettivo di tradurli in elementi di distintività per promuovere e commercializzare meglio le nostre produzioni".



Tuttavia, permangono alcuni aspetti di indeterminatezza nell’attuazione della nuova politica che creano alcune preoccupazioni. "Abbiamo infatti stimato da un’analisi fatta con le Op che più di una risorsa umana all’anno per ogni Organizzazione è impegnata per la gestione delle varie pastoie burocratiche, quando invece potrebbe essere proficuamente impiegata in attività di sviluppo dell’Organizzazione - proseguono - Pochi ed autorevoli interlocutori, con interpretazioni veloci ed univoche, sono elementi di competitività per una politica di settore più semplice, che ci servono per rilanciare un settore che arranca e perde terreno nei confronti dei nostri competitors come la Spagna. Ad oggi, è ancora fuori dall’Ocm il 45% dei produttori ortofrutticoli, i quali continuano a stare sul mercato anche senza aiuto pubblico e che, dovendo rispettare meno regole delle Op, rappresentano un elemento di forte concorrenza".



Il mondo istituzionale, da parte sua, batte un colpo con il sottosegretario al Mipaaf Francesco Battistoni. "Abbiamo riattivato il Tavolo ortofrutta ed elaborato un ottimo piano strategico nazionale ora al vaglio dell'Unione Europa; abbiamo rimesso in piedi anche il Tavolo della frutta a guscio. Il Pnrr darà un grande sostegno al settore, abbiamo approvato il decreto Ucraina ed è in discussione il Dl Aiuti. Soprattutto stiamo lavorando con l'Unione Europea sulle osservazioni che la Commissione ha fatto al piano nazionale, dove l'ortofrutta è ben presente. Oggi siamo in una tempesta perfetta, ma stiamo facendo tutto il possibile. Già nell'ultima finanziaria abbiamo messo a disposizione il doppio dei fondi dell'anno prima, abbiamo fatto molti bandi, tra cui l'agrifotovoltaico, stiamo intervenendo sul settore idrico con 800 milioni di intervento. Una volta pianificate tutte queste iniziative potremo avere nel breve periodo dei risultati concreti".



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