Verso le melanzane senza semi

Cattivelli (Crea) illustra il progetto Biotech: «Lavoriamo all’agricoltura del futuro»

Verso le melanzane senza semi
I risultati di Biotech, primo progetto di ricerca dedicato alle biotecnologie sostenibili in agricoltura, hanno mostrato come le piante non Ogm da biotecnologie evolute saranno fondamentali per un’agricoltura sostenibile.
“Questo progetto – afferma Luigi Cattivelli, direttore Crea Genomica e Bioinformatica – si basa sulle nuove tecniche di mutagenesi mirata definite Genome Editing e il trasferimento di geni tra piante della stessa specie definita Cisgenesi, queste tecniche operano in un punto preciso del genoma ed è fondamentale precisare che non si implementa l'inserimento di tratti Dna provenienti da organismi distanti; dunque, le piante che si ottengono non sono i cosiddetti Ogm”.
Il progetto Biotech – continua Cattivelli - prende avvio nel 2018 e coinvolge 20 laboratori e 15 specie per sviluppare un ampio know-how. Sono due gli obiettivi principali: sviluppare conoscenze su queste tecniche di mutagenesi e rispondere a delle problematiche agricole come l’eccessivo uso di fitofarmaci, migliorare il valore nutrizionale degli alimenti e assicurare la produzione agricola in un contesto climatico instabile”.
Tra i risultati ottenuti spiccano quelli su pomodoro e melanzana.



“Il pomodoro – spiega il direttore Crea – ha sviluppato la capacità di inibire la germinazione di alcune infestanti come le orobanche, i semi di queste infestanti germinano solo quando sono vicino alle radici del pomodoro che secernono delle sostanze che stimolano la loro germinazione. Il risultato del progetto è stato l’inattivazione del gene implicato nella sintesi di queste sostanze segnale che inducono la germinazione. Per quanto riguarda le melanzane lo sviluppo di piante senza semi permetterebbe di ampliare il periodo di raccolta del frutto”.



Le piante che derivano da queste tecniche - così come il genoma editing - a livello europeo sono soggette alla regolamentazione degli Ogm: dunque non si possono fare prove in campo ma derivano tutti da test realizzati in laboratorio. Per passare alla realtà dei campi serve una nuova normativa.
Per questo si attenderà il 2023 quando il Parlamento europeo si esprimerà sull’inquadramento del genoma editing.

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