Rallenta la corsa del bio

Gli ultimi numeri del comparto, tra incertezze e prospettive, con l'Osservatorio Sana

Rallenta la corsa del bio
Il mercato del biologico cresce, non più ai ritmi di dieci anni fa, ma il trend resta positivo. Però negli ultimi quattro anni la percentuale di prodotti bio che finisce nel carrello della spesa non si schioda dal 3,5%. Inoltre nei primi cinque mesi dell'anno le vendite sono in flessione: quasi tre punti a volume e 1,9 a valore. Anche se - come spiegato ieri da Nomisma durante la presentazione degli ultimi dati per l'Osservatorio Sana - 1,7 punti del differenziale di trend a valore del bio rispetto all’alimentare è spiegato da una minore crescita dei prezzi per il primo.



Ma torniamo ai numeri del comparto. L’Italia, con oltre 2 milioni di ettari, è leader del settore biologico: vanta la più alta percentuale di superfici bio sul totale, il 16%, contro il 10% della Germania e della Spagna, e il 9% della Francia, e detiene il primato europeo per numero di produttori biologici. Nel 2021 le vendite alimentari bio nel mercato interno hanno raggiunto 4,6 miliardi di euro e rappresentano il 3% delle vendite al dettaglio biologiche mondiali. Di queste 300 milioni riguardano i freschissimi, cioè ortofrutta e carne bio.
"Questo primato è il risultato di un lungo periodo di crescita costante e della marcia in più legata al lockdown imposto dalla pandemia, che ha visto consolidare il bio per l’aumento dei consumi domestici e il bisogno di prendersi sempre più cura della propria salute soprattutto a tavola", viene spiegato in una nota dell'Osservatorio Sana, la fiera del biologico tornerà a Bologna (8-11 settembre) e ospiterà Rivoluzione Bio 2022 con due giornate, 8 e 9 settembre, e 4 sessioni dedicate ai temi strategici per il settore, con policy maker, esperti e professionisti (Info su www.rivoluzionebio.it).



Dopo un biennio brillante 2020-2021 in cui il biologico ha “beneficiato” degli effetti della pandemia, il contesto di instabilità con cui si è aperto il 2022, con il conflitto russo-ucraino e lo scenario inflattivo legato ai costi energetici e delle materie prime, sta modificando le abitudini di consumo degli italiani, determinando una leggera diminuzione delle vendite a valore del biologico in grande distribuzione (pari al -0,5 % nell’ultimo anno), tendenza riscontrata anche in altri Paesi europei con particolare riferimento alla Francia. Tuttavia dal 2008 ad oggi il mercato domestico del biologico è cresciuto del +233% con una più che positiva performance dell’export bio: nel 2021 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto 2,9 miliardi di euro (+671% rispetto al 2008).



"Il conflitto russo-ucraino, lo scenario inflattivo, ormai arrivato al tasso dell’8%, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, stanno modificando le abitudini di consumo degli italiani, e ciò sta determinando una leggera diminuzione delle vendite dei prodotti biologici", dichiara il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni. "Nonostante la diminuzione della domanda – continua Battistoni – bisogna però sottolineare che il comparto regge meglio e con più forza rispetto all’agricoltura tradizionale. Ciò dimostra che i prodotti biologici sono competitivi e si mantengono forti sul mercato. Nostro compito – prosegue – è sicuramente quello di rimettere in moto gli acquisti e i consumi, incentivando la domanda, comunicando e informando. Le intese raggiunte in Conferenza Stato Regioni, con il finanziamento di 5 milioni di euro da destinare alle mense scolastiche, va proprio in quella direzione. È ovvio – aggiunge Battistoni – che aumentare la conoscenza e la formazione verso il consumo dei prodotti biologici aiuterà il settore ad invertire la flessione registrata quest’anno. Seguendo questi obiettivi – conclude – sono sicuro che nel breve periodo il comparto riprenderà a correre e a crescere”.

I primi dati vengono analizzati con attenzione anche da FederBio e AssoBio, storici partner di BolognaFiere a Sana. “I dati dell’Osservatorio Sana confermano che anche il biologico sta risentendo della contrazione generale dei consumi legata all’emergenza alimentare e all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, generati dal conflitto bellico in Ucraina - ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio - Il nostro Paese continua ad essere leader del bio, con il maggior numero di produttori e una percentuale di superficie coltivata a bio del 16,6%, circa il doppio della media europea. Adesso il Governo, con il Piano Strategico Nazionale, punta a raggiungere l’obiettivo del 25% di terreni agricoli coltivati a biologico al 2027 e in questo scenario è fondamentale che i consumi di alimenti biologici tornino a crescere. Per questo è strategico che gli ingenti investimenti stanziati per lo sviluppo del biologico, che complessivamente ammontano a circa 3 miliardi di euro, vengano spesi al meglio, per favorire la transizione agroecologia e rilanciare il settore”.



“Solo una guerra e una situazione economica molto negativa hanno fermato il trend del bio – commenta Roberto Zanoni, presidente di AssoBio –. Nei primi mesi del 2022, per motivazioni legate a situazioni politico-sociali in Italia e in altre nazioni (ad esempio la Francia) abbiamo avuto un lieve calo del positivo trend che da 20 anni era in evoluzione e sviluppo in tutto il mondo. L'attuale situazione economica ha portato a un cambiamento degli abituali canali di consumo con discount, mercatini e canale horeca in assoluta controtendenza positiva. Oggi, dobbiamo lavorare per far crescere i consumi che in Italia sono ancora limitati se confrontati con quelli francesi o tedeschi, con una spesa pro capite di poco superiore a 60 euro. A tal proposito, è importante investire in informazione e comunicazione, a partire dalle scuole dell’obbligo, fino all’Università e al mondo della ricerca”.

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