Dalla distribuzione

«Cala il consumo di ciliegie. Poche fragole dal Trentino»

Il grossista Parisi (Cenerini): «Stazionari gli agrumi d'importazione»

La frutta non manca nei mercati all’ingrosso. Né quella nazionale, né quella di importazione, e i consumi seguono un andamento standard. È questo il quadro di Gerardo Parisi, dell’azienda Cenerini, che opera all’interno del Centro Agroalimentare di Bologna.

Il neo di questo periodo sono le fragole del Trentino, carenti da un punto di vista quantitativo. “Il caldo eccessivo iniziato un mese fa ha rovinato le piante - spiega il grossista - determinando poco prodotto e prezzi attorno ai 10 euro al chilogrammo. La richiesta però c’è, soprattutto da parte di ristoranti e pasticcerie che non ne possono fare a meno. Mentre le famiglie hanno dirottato gli acquisti verso altri frutti tipicamente estivi”.

Sempre dal Trentino provengono anche le ciliegie, ma in questo caso il prodotto è in esubero e continuerà ad esserci fino ad agosto. “I consumi stanno lievemente scendendo perché è da maggio che si mangiano ciliegie, quindi le famiglie si sono stancate del prodotto. Qui le quotazioni variano da 1,50 euro al kg per il calibro più piccolo fino a 4,50 al kg per i frutti più grossi.”

Non mancano nemmeno le albicocche provenienti dal nord vendute attorno ai 2 euro al kg, mentre quelle dell’Emilia-Romagna e meridionali spuntano prezzi più bassi: tra i 70 centesimi e 1,50 al chilogrammo perché in questa fase c’è molto prodotto. Buone quotazioni per i piccoli frutti: 16 euro al kg i lamponi e 13 mirtilli e more.

Seguono un trend più stabile rispetto a ciliegie e fragole i limoni spagnoli, argentini e del Sudafrica, così come le arance provenienti dall’Egitto, dal Sudafrica, Grecia e Spagna. “Al momento il 95% degli agrumi proviene dall’estero. i consumi sono stabili. Per le arance, in particolare, la richiesta prosegue per le spremute. I prezzi - conclude Parisi - vanno dagli 80 centesimi a 1 euro al chilogrammo”.