Pesca di Verona Igp, un piano d'azione per la rinascita

Si punta su una maggiore qualità e sul rinnovamento delle tipologie varietali

Pesca di Verona Igp, un piano d'azione per la rinascita
Soddisfare le esigenze del mercato e soprattutto i gusti dei consumatori. Passa da questi step la rinascita della Pesca di Verona Igp, eccellenza del territorio italiano che negli ultimi 20 anni ha conosciuto una profonda crisi: superfici ridotta di 3 mila ettari e una produzione in calo di 65 mila quintali tra pesche e nettarine per una produzione lorda vendibile pari a 40 milioni. Come ha riportato la testata locale veronasera.it, oggi gli ettari coltivati a pesche e nettarine nella provincia scaligera arrivano a poco più di 1200.

A ragionare sulla situazione attuale del frutto e sulle sue prospettive future è stata Coldiretti Verona con un gruppo di lavoro tenutosi nei giorni scorsi nella città scaligera in occasione delle mostra concorso del frutto. Tra le cause che hanno determinato la crisi della peschicoltura veronese, sono stati elencati “il virus Sharka (Plum pox virus) che ha colpito le colture della provincia veronese da fine 1990 in poi causando ingenti danni, il cambiamento dei gusti dei consumatori, la produzione di kiwi che ha sostituito in certi territori le pesche, la concorrenza con il Sud Italia e con i Paesi stranieri”.
“Vogliamo adeguare il disciplinare della Pesca di Verona Igp che ha ormai 25 anni e adattarlo alle mutate esigenze del mercato e ai gusti dei consumatori – ha evidenziato il direttore di Coldiretti Verona Giuseppe Ruffini - La peschicoltura è una coltura tradizionale del territorio scaligero e deve essere tutelata ma anche modernizzata per essere sostenibile e remunerativa per i produttori”.



A sottolineare le azioni da intraprendere è stato Giorgio Girardi, responsabile ortofrutta di Coldiretti Verona: “E’ necessario migliorare le produzioni di pesche e nettarine, sia gialle che bianche, sotto il profilo qualitativo poiché il mercato tende a premiare la frutta di buona pezzatura con eccellenti caratteristiche organolettiche. Soltanto in questo modo le pesche potranno dare ancora soddisfazione economiche ai produttori. C’è bisogno anche di un rinnovamento delle tipologie varietali e degli impianti per ottenere frutta di eccellenza in grado di competere con i prodotti stranieri”.

Perché valorizzare il marchio Igp? Lo ha spiegato la vicepresidente di Coldiretti Verona Franca Castellani: “Secondo una ricerca promossa da Coldiretti Verona e coordinata da Debora Viviani, ricercatrice dell'università di Verona, la certificazione come il marchio Dop e Igp è garanzia di qualità dei prodotti alimentari per il 76,8% dei consumatori intervistati. Inoltre, per il produttore è un sistema che aiuta a promuovere il prodotto e per la comunità serve a rinforzare il legame con il territorio e a proteggere le tradizioni”.


Pesca e nettarina di Verona Igp, i produttori migliori 


(Premiazione di Dal Pezzo con Rigo, Andreoli e Ruffini)

Al termine del gruppo di lavoro, sono stati premiati anche i migliori produttori della pesca di Verona Igp: al primo posto Armando Tacconi di Sona con varietà Royal summer, al secondo posto Marco Girelli di Bussolengo con Royal glory, al terzo posto Angelo Cordioli di Sommacampagna con Royal summer. Nel gruppo delle pesche a pasta bianca sono stati premiati al primo posto Giovanni Adami di Bussolengo con Nathana, al secondo Luca Dal Pezzo di Zevio con Nathana, al terzo posto Elena Martinelli di Valeggio con varietà Greta. I premiati del gruppo nettarine sono stati Giovanni Adami di Bussolengo con Ali top davanti ad Diego Bombana di Valeggio con Big Top ed a Luca Dal Pezzo di Zevio con Early top.

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