Sila, non solo patate: spazio ai piccoli frutti

Il produttore Pupo: «Coltivare tuberi è un salasso, così abbiamo diversificato»

Sila, non solo patate: spazio ai piccoli frutti
Per una volta c’è un filo conduttore che unisce i produttori ortofrutticoli italiani, da Nord a Sud: quello dei rincari. Gli aumenti – che negli ultimi mesi hanno subito una accelerata – sono all’origine di nuove strategie. Nel cuore della Calabria, per esempio, in quella Sila che è diventata famosa nel panorama ortofrutticolo per la sua celebre patata a pasta gialla Igp, ci sono imprese che hanno deciso di diversificare. E dal tubero sono passati a colture innovative per il territorio.

   
E’ il caso dell’azienda agricola Lorenzo Pupo, immersa nel cuore della Sila, a pochi chilometri dal centro di Camigliatello Silano, che ha avvertito in modo tangibile l’aumento dei costi di produzione e ha deciso di dedicare una parte della propria terra ai piccoli frutti come more, lamponi e mirtilli al posto del prodotto principe del territorio. 
“L’dea dei piccoli frutti – afferma Lorenzo Pupo – nasce dalla volontà di variare la produzione e accostare alla patata un altro tipo di articolo che potesse contrastare l’aumento dei costi. Qualche decennio fa era più difficoltoso fare piccoli frutti per via del clima e degli inverni rigidi, ma adesso l’innalzamento delle temperature ci permette di coltivare i berries a 1250 metri di altitudine con grande continuità per un lasso di tempo di quasi cinque mesi”.



I prodotti sono molto apprezzati dai consumatori e hanno un ciclo colturale attivo da luglio ad ottobre. Inoltre, sono colture che limitano i costi di produzione e delle materie prime. “Con le patate siamo stati costretti a limitare le superfici, tra le voci di costo quella più altisonante è il prezzo del gasolio che in due anni è triplicato e anche i costi di manodopera non lasciano scampo”, spiega l’imprenditore calabrese.

“Per la produzione della patata ad alta quota i costi non sono stati più clementi e quindi abbiamo deciso di ridurre le superfici e trovare delle alternative. I berries silani sembrano una soluzione più che valida – conclude Lorenzo Pupo - attendendo che la situazione si normalizzi e rientri il rischio di compromettere la produzione del prodotto Igp”.

Copyright 2022 IFN Italiafruit News