«A rischio il patrimonio frutticolo dell'Emilia-Romagna»

Francia (Cia): «Dobbiamo tutelare la produzione. Dramma siccità»

«A rischio il patrimonio frutticolo dell'Emilia-Romagna»
Sono tanti i temi scottanti che riguardano il settore ortofrutticolo e con il Governo a pezzi il rischio è quello che questa stagione, e non solo, sia ancora più bollente. Stefano Francia, già presidente nazionale dei giovani agricoltori (Agia), è appena stato eletto presidente di Cia Emilia-Romagna e a IFN delinea le priorità di una regione tra le più vocate alla frutticoltura.

Tra i progetti in cantiere c’è quello di tutelare la produzione attraverso nuove collaborazioni: “L’associazione di categoria sente la necessità di fare un grande ragionamento sul tema delle filiere ortofrutticole per ottenere una più equa redistribuzione del valore all’interno della catena perché altrimenti rischiamo di perdere il grande patrimonio frutticolo della nostra regione”.



Un’altra piaga è quella della siccità. “Tutta la regione è stata colpita da un caldo torrido creando come sappiamo problematiche di pezzatura ma anche un anticipo della raccolta per alcune orticole, come i pomodori da industria che sono entrati in fase di raccolta un paio di settimane prima. In più, le temperature che registriamo ci preoccupano per la tenuta in campo del prodotto”.

Su questo, riporta Francia, Cia può spingere affinché il Pnrr sia uno strumento che consenta di ottenere fondi per permettere l’irrigazione anche in aree non servite dal condotto irriguo. “È importante puntare sulla costruzione di invasi e bacini che trattengano l’acqua durante i mesi meno piovosi e allo stesso tempo ragionare sull’efficientamento della distribuzione della risorsa idrica. Tanto è stato fatto dalla ricerca ma altrettanto si può fare, per questo continua il massimo supporto ai centri di ricerca per trovare varietà sempre più produttive e con meno elementi chimici. Per noi questo è strategico e lavoriamo insieme a Cia nazionale sul genome editing e la cisgenesi, da cui secondo noi passa il futuro”. 



Di grande rilevanza anche il tema del balzo dei costi che rendono la produzione sempre più impossibile. “Il gasolio in un anno è aumentato del 90%, fertilizzanti e fitofarmaci hanno subito aumenti e allo stesso tempo la scorsa primavera mancavano sul mercato. Su questo fronte è auspicabile da parte del Governo un’attenta analisi delle richieste per non rivivere la stessa situazione”.



Un altro nervo scoperto è quello di cui più si è sentito parlare negli ultimi anni, la carenza di manodopera. “Tante aziende agricole a noi associate ci hanno segnalato questo problema – spiega il presidente - raccontandoci di anche di aver abbandonato le operazioni culturali dalla primavera a oggi e lasciato la frutta in campo. Un dramma che non merita nessuno. Per questo occorre realizzare accordi bilaterali con i paesi e realizzare una rete insieme alle istituzioni per far capire che l’agricoltura non può attendere i tempi della burocrazia”.

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