Insufficienza idrica, le soluzioni per combatterla

Dall’Università Cattolica una ricerca per migliorare le tecniche agricole

Insufficienza idrica, le soluzioni per combatterla
Biostimolanti contro lo stress idrico, agricoltura di precisione, irrigazione mirata e studio della genetica. Sono i fattori su cui sta sviluppando la ricerca contro l’insufficienza idrica realizzata dalla Facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali del campus di Piacenza dell’Ateneo del Sacro Cuore nel reportage “L’estate senza pioggia” riportato sul web magazine “Secondo Tempo”.
“Fiumi in secca, campi allo stremo, agricoltura sempre più in difficoltà. La siccità che sta colpendo l'Italia in questa prima parte del 2022 sta mettendo a dura prova le imprese agricole italiane – riporta l’articolo - Le piogge si sono dimezzate con un impatto devastante sulle produzioni nazionali favorito dal caldo record”.

Il presidente della facoltà di scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’università Cattolica Marco Trevisan ha individuato l’obiettivo della ricerca per i prossimi anni, ovvero “l’elaborazione di misure di sostenibilità, per tutelare l’acqua nella sua totalità. Infatti, l’acqua è una risorsa rinnovabile, ma limitata e non omogeneamente distribuita”. “Il cambiamento climatico in atto - prosegue Trevisan – crea alcune situazioni, che se non verranno adeguatamente contraste, potranno creare pesanti ripercussioni sulla nostra vita e sulle attività agricole. Tra queste ci sono l’aumento delle temperature, il cambiamento nella distribuzione delle piogge, la cementificazione e il mancato ripristino della sostanza organica dei suoli che stanno portando alla desertificazione. Questo non è ancora appieno compreso ma deve essere uno degli obiettivi dei prossimi anni della ricerca nel settore agrario”.


I biostimolanti
Nell’ultimo decennio l’agricoltura si è trovata a rispondere a un’importante sfida, quella di produrre di più e in modo sostenibile. Una sfida che si è complicata ancor di più con le limitazioni causate dal cambiamento climatico. “Per vincerla – ricorda Luigi Lucini, docente di Chimica agraria - occorre cercare soluzioni nuove, cambiare l'approccio per produrre senza impattare sulla produttività stessa”. Per esempio la ricerca dell’università Cattolica si sta focalizzando sull’ambito dei biostimolanti.
“Nei nostri laboratori – spiega Edoardo Puglisi, docente di Microbiologia agraria -abbiamo imparato a isolare microrganismi dalla rizosfera e poi abbiamo diverse tecniche che ci aiutano a selezionare i migliori microorganismi con caratteristiche, ad esempio, di resistenza allo stress idrico e di reperimento di nutrienti”.
“Quando si utilizzano biostimolanti, corroboranti o strumenti simili – conclude Tommaso Frioni, ricercatore in Scienze delle produzioni vegetali sostenibili - ci sono tre fattori che sono fondamentali per la riuscita dell'intervento: l'efficacia, la convenienza e la gestione del campo con un approccio di insieme. Quando parliamo di consumi idrici, di siccità, la gestione del suolo ha infatti un'importanza fondamentale così come la gestione della chioma. Per questo motivo dobbiamo usare queste strategie sulla base del loro meccanismo di azione nel complesso”.



Nuove tecnologie
Ad aiutare sempre di più il settore agricolo per le sfide di domani saranno le nuove tecnologie, che vanno a creare la cosiddetta agricoltura di precisione. “Attraverso sensori, droni, modelli di calcolo, - spiega Stefano Amaducci, docente di Cereal grains, processing and technology - possiamo leggere i diversi tipi di suolo, caricarli su delle mappe predittive e con l’impiego di macchine avanzate possiamo fornire l’apporto idrico esatto per ogni zona del terreno”.
Le nuove tecnologie si riveleranno particolarmente utili contro gli sprechi. “L’agricoltura viene tacciata di essere uno dei settori che spreca più di tutti – ricorda Vincenzo Tabaglio, docente di agricoltura di precisione - perché il 60-70% dell’acqua è prelevata a scopo agricolo. Quando diciamo che l’irrigazione per scorrimento ha una bassa efficienza nell’uso dell’acqua vuol dire che la commisuriamo al sistema agrario in sé. Poniamo che l’efficienza di questo sistema sia del 40%: questo significa che meno della metà del volume di acqua viene utilizzato per la coltura. Ma il restante 60% non viene perso ma restituito al territorio: può essere riutilizzata dagli appezzamenti a valle oppure rifornire le falde, oppure tornare nei fiumi”.
Ma grazie all’irrigazione di precisione si possono creare metodi di irrigazione efficienti e conservativi: “Come quello che usiamo nell’ azienda agricola sperimentale della Facoltà. Si stratta di sistemi di subirrigazione ad ala interrata in modo permanente: con questo sistema l’efficienza può arrivare fino al 95% ma non restituisce nulla al territorio”.



Le tecnologie genetiche
Secondo la ricerca dell’università del Sacro Cuore, non esiste un futuro dell’agricoltura senza un approccio genetico: “Può contribuire a migliorare la resistenza alla siccità se affiancato a tecniche agronomiche conservative e all’irrigazione - spiega Adriano Marocco, docente di genetica agraria - Oggi l’obiettivo è di utilizzare l’editing del genoma, che consente di modificare geni già presenti nei genomi per regolarne l’efficacia”. E continua: “Come genetisti dobbiamo sfruttare tutte le informazioni a disposizione per produrre piante che abbiano una maggiore efficienza nell’uso dell’acqua, che siano più tolleranti al secco, e che siano capaci di produrre in condizioni in cui l’acqua è meno abbondante”.

Il valore economico dell'acqua
Per affrontare l’attuale crisi idrica, secondo il focus dei ricercatori dell’università Cattolica dobbiamo imparare a gestire sia la quantità sia il prezzo dell’acqua, entrambi regolamentati e non lasciati al mercato libero. “Gestire la quantità - spiega Paolo Sckokai, docente di economia agro-alimentare - vuol dire gestire bene gli stoccaggi dell’acqua, che va accumulata quando arriva. Non esistono solo i grandi invasi ma anche sistemi di accumulo meno impattanti. In generale occorre usare bene le reti di distribuzione e utilizzare tecniche che riducono al minimo la dispersione”.
“Il tema del prezzo - conclude - è importante specialmente dove l’acqua è abbondante perché dove è scarsa viene utilizzata tutta dalle aziende agricole, invece nei territori in cui abbonda, l’agricoltore non è incentivato a farne un giusto uso se deve pagarla per unità di superficie dove viene distribuita, mentre è indotto a risparmiare acqua usando un sistema più efficiente di irrigazione se paga a volume effettivamente utilizzato”.

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