«Cambio d’orario, l’unione tra operatori è stata la chiave»

Pompei e l’esperienza del Car: «Quello diurno permette di organizzare il lavoro in modo adeguato»

«Cambio d’orario, l’unione tra operatori è stata la chiave»
Al Car, come abbiamo scritto grazie all’intervento del presidente Fabio Massimo Pallottini a IFN (clicca qui per leggere articolo), il cambio orario è stato tutto fuorché facile, ma alla fine si è arrivati ad un punto di svolta. Sicuramente la chiave di volta è stata l’unione di intenti tra gli operatori della struttura capitolina.
“È stata una lotta ardua – racconta il grossista romano Riccardo Pompei - però c’è stato un fronte comune tra noi grossisti del Car, la voglia e la necessità di cambiamento sono state più forti della paura di fallire. A Roma tutto è partito dai costi di gestione, che di notte erano impegnativi, quindi abbiamo preso spunto dai mercati spagnoli che con l’orario diurno hanno rigenerato le loro strutture. Noi grossisti abbiamo spinto affinché questo potesse avvenire e siamo stati da collante anche per fruttivendoli e ambulanti, che ad oggi sembrano soddisfatti dal servizio offerto dal mercato”.



Eravamo il mercato terminale di un prodotto di qualità mediocre, spesso veniva utilizzato come base per scaricare merce invenduta alla Gdo, adesso non siamo più un’alternativa per merce in esubero e anche canali come la distribuzione moderna si stanno approcciando con il nostro mercato”, puntualizza Pompei.
Quindi l’orario diurno può sollecitare un approvvigionamento migliore e ci si può dedicare con maggiore rilevanza ai controlli merceologici. Aprendo di mattina si può suddividere la giornata in diverse fasi: scarico merce, controllo qualità, preparazione ordini e vendita al cliente. L’orario notturno allinea queste fasi in un unico spazio.
“Nella nostra azienda - racconta l’imprenditore - abbiamo aumentato il personale e, in generale, nell’intera struttura l’età media si è abbassata. All’interno della struttura si è formata un’associazione di giovani imprenditori per migliorare la sinergia tra stand”.




Il rapporto con i dettaglianti è migliorato tantissimo

“All’inizio del cambiamento il sentimento di disorientamento era forte e anche tra i fruttivendoli c’era scetticismo, ma adesso possiamo ritenerci soddisfatti. Vi è stato un cambiamento interno che ha coinvolto venditori e acquirenti. I volumi sono aumentati grazie alla possibilità di offrire più servizi all’interno degli stand, come la possibilità di far stoccare la merce all’interno della struttura - afferma Pompei - Fuori dai centri agroalimentari c’è un mondo che vuole prodotto di qualità, ma quando i mercati lavorano il mondo dorme. Cambiare la mentalità, orientarsi sulla vendita del servizio e non solo del prodotto – conclude il grossista – questo serve per diventare un’impresa moderna e ragionare anche su altri sistemi distributivi”.

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