Mango made in Sicily, avvio di campagna sorprendente

Amata (PapaMango): «Non rischiamo di far diventare il tropicale una bolla, ci sia una vision»

Mango made in Sicily, avvio di campagna sorprendente
Ormai da anni nel messinese tra gli agrumeti spicca il mango dell'azienda agricola Bianco Rosalia di Sant'Agata di Militello, una realtà specializzata nella frutta tropicale che conquista i mercati di tutto lo Stivale. Questi frutti nel nostro Paese sono sempre più richiesti, apprezzati dal grande pubblico e rispondono ai nuovi trend alimentari. Questo interesse nei confronti della frutta tropicale italiana ha invogliato molti produttori a lanciarsi nell’esotico.
“L’inizio della campagna del mango – esordisce Vincenzo Amata titolare di PapaMango – è stato strabiliante e ogni anno le richieste crescono. Il nostro successo risiede nel lavoro certosino che seguiamo per offrire un prodotto salubre e che abbia un appeal commerciale accattivante. Il nostro mango è a residuo 0, punto di forza che la clientela ci riconosce”.
Ma anche la frutta tropicale deve affrontare i cambiamenti climatici e i costi di produzione alle stelle.
“Un’unica nota stonata dall’inizio della campagna sono stati i costi che sono stati esagerati e ci hanno costretto ad alzare i listini ma è stato inevitabile”, afferma a IFN l’imprenditore siciliano.


 

Il tropicale necessita di una vision, le reti hanno cambiato la produzione

“Non sottovalutiamo la coltivazione della frutta esotica – chiarisce Vincenzo Amata –  Ci deve essere una vision chiara, non ci si può far solleticare solo dai consumi o dalle temperature medie più alte, se continuiamo a produrre senza idee si creerà una bolla commerciale. Dobbiamo sviluppare un comparto solido con delle idee chiare”.
Il cambiamento climatico, spesso, viene interpretato come un incentivo per il tropicale, “ma si faccia attenzione – ammonisce l’imprenditore - Oggi gli eventi climatici estremi sono deleteri per questa frutta; infatti, siamo abituati ad assistere a nevicate a bassa quota, piogge torrenziali e trombe d’aria, condizioni non ideali per mango, avocado e papaya; quindi, bisogna adottare nuovi sistemi di coltivazione. Per proteggere il mango – afferma Amata – abbiamo adottato con lungimiranza le reti di protezione utili a proteggere il mangheto dai raggi ultravioletti, dalle piogge e soprattutto dalle forti raffiche di vento che possono essere nefaste per il mango”.
Le reti hanno cambiato le produzioni e si dovranno adottare altre tecniche per proteggerci dai fenomeni estremi. Inoltre, queste piante diventano, sempre più, vulnerabili ai patogeni comuni del territorio.



 

Il packaging imprescindibile per comunicare

Avendo lavorato nella moda – racconta Amata – sto molto attento ai dettagli, perché alla fine fanno la differenza. Abbiamo affinato delle scelte relative all’immagine del prodotto che dipendono dall'omogeneità di pezzatura e dalle proprietà organolettiche, dall’effetto cromatico dei frutti nella cassetta all’attenzione alla sostenibilità del packaging. Teniamoci stretto l’esotico e non facciamoci guidare, solo, dal business – conclude Vincenzo Amata – altrimenti si rischia di snaturare il comparto e far perdere l’eccezionalità di questi frutti”.



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