Uva da tavola, settembre sarà il mese della verità

La produzione in ansia per i costi eccessivi: il punto da Puglia e Sicilia

Uva da tavola, settembre sarà il mese della verità
Sinora la campagna non è stata brillante per l’uva da tavola, anzi è stata parecchio sottotono. Nonostante sia la produttività, supportata dall’andamento climatico, che la qualità dei grappoli lasciavano presagire bene, l’uva ancora deve prendersi la scena
Dai principali areali produttivi nazionali - Puglia e Sicilia - attendono settembre per sperare in un cambio di rotta. Ma il sentiment comune è unico: c’è grande apprensione per i costi che mettono alle corde le aziende.



Dalla Sicilia, Fiorenza: «L'uva sta entrando in competizione con le drupacee»

“Situazione complicata in questo momento – dichiara a IFN Maurizio Fiorenza, direttore commerciale della Op Eco Farm di Caltanissetta – a causa degli eccessivi costi di produzione che mettono a rischio il comparto e la situazione economica limita gli acquisti di ortofrutta”.
“Inoltre, la stagione estiva è contraddistinta da un’eccessiva offerta di drupacee che, inevitabilmente, ha ridotto la richiesta di uva da tavola” spiega il manager.
Anche i prezzi di vendita hanno registrato delle leggere flessioni. “L’uva Italia – precisa il direttore di Eco Farm – nonostante una qualità ottima mostra prezzi ingenerosi con un ribasso di 0,20 €/kg che quest’anno gravano ancor di più visti i costi in aumento. In questo momento c’è una fase quasi di stallo per tutte le varietà, soprattutto quelle a bacca scura che non hanno conquistato i consumatori. Mentre il caldo eccessivo ha creato un’estensione del calendario di produzione che non ha fatto bene, si rischia di destagionalizzare il prodotto causando una competizione con tanti altri frutti che in passato non erano presenti, così si rischia di ridurre i consumi. Attendiamo settembre, il mese dell’uva da tavola per eccellenza – conclude Fiorenza - per vedere quale svolta prenderà la campagna commerciale”.



Dalla Puglia, Pavone: «Qualità eccelsa ma i costi di produzione sono troppo alti»

“Ancora per l’uva da tavola – dichiara Vito Pavone titolare di Uva Pavone, azienda pugliese- non c’è stato l’exploit commerciale e i prezzi sono ancora bassi”.
Anche nel principale areale produttivo italiano la situazione è resa complicata dagli eccessivi costi produttivi che stanno creando un momento di tensione alla base della filiera.
“Per molte aziende - puntualizza Pavone – diventa difficile far quadrare i conti. I prezzi di vendita non possono coprire le uscite. I quantitativi di vendita non sono inferiori rispetto l’anno scorso ma i prezzi hanno avuto un calo di 0,30-0,40 €/kg. Inevitabilmente la situazione economica generale non stimola i consumi, non alziamo bandiera bianca ma di fatto il consumatore ha meno soldi in tasca per acquistare – puntualizza l’imprenditore pugliese - A settembre si potrebbe muovere qualcosa ma tanto dipenderà dall’andamento climatico, ma adesso preme calmierare i costi per le aziende”.




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