Pezzatura pere, dibattito tra gli operatori

Su Facebook tanti commenti: dal piccolo è buono al ruolo dell'educazione al consumo

Pezzatura pere, dibattito tra gli operatori
Quest’anno i calibri sono al centro dell’attenzione della stagione pericola (clicca qui per leggere l'editoriale di Roberto Della Casa pubblicato ieri). L’andamento climatico siccitoso di questa estate ha infatti influito sulla dimensione dei frutti, segnandone una diminuzione. Anche se nella maggior parte dei casi la differenza tra un frutto e l’altro è di appena pochi millimetri, questo basta ad influenzare il mercato, a meno che distribuzione e produzione trovino una mediazione.

Al momento la soluzione più auspicabile – come abbiamo scritto - è quella di “modificare l’assetto dell’offerta di pere per questa campagna commerciale, riducendo di un calibro il posizionamento della maggior parte delle referenze al fine di riposizionare il percepito relativo del consumatore sulla categoria”.
Ma non tutti sono concordi e la polemica si è accesa fin da subito anche sulla nostra pagina Facebook.



Tra chi comprende il problema, c’è chi scrive “non è detto che il piccolo non sia buono, la bontà è caratterizzata dalla zona di produzione e molti altri parametri che la compongono, tra cui la più importante il fatto che il frutto deve maturare in pianta”.
Tra i lettori c’è anche chi si schiera dalla parte dei produttori: “A noi consumatori interessa il giusto prezzo e il giusto guadagno per chi li coltiva: la frutta non deve essere glamour ed evitare ridicole e costose personalizzazioni come bollini e cassette personalizzate”.

Tra le diverse proposte lette, ci si interroga anche sul ruolo di un’educazione di base dei consumatori: “Il cliente va educato a consumare frutti sani e buoni e non grossi e belli. Quando lo si capirà?”.
Il vero problema di cui anche i nostri lettori si sono accorti è che “La gente è abituata a mangiare con gli occhi” e che “i consumatori vogliono frutti perfetti e sostenibili, poi ciò che mangiano dell'estero non importa nulla”.



E c’è anche chi si dice favorevole all’acquisto di calibri inferiori ma si interroga sui rincari: “Sono d’accordo che è meglio mangiare un frutto piccolo ma con i costi delle celle frigorifere non so come possa finire”.
Tra i nostri lettori c’è anche chi lega la questione del calibro ai prezzi, dicendosi ben favorevole ad acquistare frutti più piccoli a patto che le quotazioni siano corrispondenti: “Se i frutti sono un po’ più piccoli e costano 20 -30% in meno, si acquistano volentieri anche quelli”, mentre c’è anche chi li pretenderebbe addirittura “gratis”.

Infine, c’è chi pensa che davanti alle conseguenze dei cambiamenti climatici, non dobbiamo fare altro che adattarci: “Così è stato per le ciliegie, per le pesche, per l'uva ora anche per le pere. Basta con questa fissa del frutto grosso”.

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