Conserve Italia, la bolletta si impenna di 50 milioni

Caro energia, Gardini: «Il governo intervenga. Rischiamo di non farcela»

Conserve Italia, la bolletta si impenna di 50 milioni

Non solo bollette spropositate da pagare, ma anche progetti per produrre energia rinnovabile che rimangono impantanati nella burocrazia. 

E' quanto succede alla bolognese Conserve Italia, che in bolletta registra costi aggiuntivi per 50 milioni di euro rispetto ai 20 preventivati e si è vista bloccare l'impianto per la produzione di energia eolica da 30 megawatt in Basilicata, avviando una battaglia legale.


Nel frattempo, l'impresa leader nella trasformazione di ortofrutta, paga sempre di più, come rivela il presidente Maurizio Gardini sfogandosi in un'intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale.

"L'impatto della crisi energetica su di noi ha due effetti: uno diretto e uno indiretto. Quello diretto riguarda la bolletta aumentata di 50 milioni, quello indiretto sono i costi dei fornitori cresciuti moltissimo. Il settore delle scatole d'acciaio e della banda stagnata segna un +50%, l'industria del vetro un +30%, per non parlare della carta".


Così rischiano di perdersi gli sforzi fatti per investire sull'efficientamento energetico. "Biogas, eolico, idroelettrico, fotovoltaico e cogenerazione sono tutte energie rinnovabili - spiega - ma queste iniziative non sono sufficienti quando ci troviamo a fare i conti con un costo del gas pressoché decuplicato rispetto a un anno fa".

Il lancio dell'allarme da parte del numero uno oltre che di Conserve Italia anche di Confcooperative non si fa attendere: "L'aumento spropositato dell'energia rischia di minare profondamente la competitività delle imprese di trasformazione alimentare, anche se dotate di "spalle solide" come nel nostro caso".


Al governo Gardini chiede bonus attraverso interventi sul credito d'imposta, così da sgravare il più possibile le imprese che fanno investimenti invece di bloccarne lo sviluppo. "Oppure occorrono azioni sull'Iva o sulle accise: rischiamo di non farcela più", dice spiegando anche la necessità di ricomprendere le strutture cooperative che hanno picchi di consumi molto alti concentrati in pochi mesi, perché legati alla stagionalità dei prodotti, nelle aziende energivore che possono beneficiare di determinati provvedimenti governativi.

"Chi si insedierà  - continua - dovrà applicare una politica di discontinuità in termini energetici e garantire il giusto equilibrio economico tra competitività dell'impresa, remunerazione della nostra base sociale composta da migliaia di agricoltori, assorbimento dei costi di produzione e assicurazione di un margine che ci consenta a investire per crescere. Se viene meno questo equilibrio, le aziende sono costrette a rallentare se non a fermare le produzioni, come purtroppo già qualcuno ha fatto".

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