Nocciole, problemi di prezzo in Piemonte

Nocciole, problemi di prezzo in Piemonte
Differenziale di prezzo: è l’espressione che ricorre con maggiore frequenza, in merito alle quotazioni di mercato della Tonda gentile, nelle considerazioni di Fabio Canova, titolare di La gentile di Cortemilia. Lo scorso anno la sua azienda di sgusciatura ha ritirato ventimila quintali di nocciole; quest’anno sta valutando altre provenienze: «Lavoriamo romane e napoletane. Non posso permettermi di tenere fermi 32 operai».

 La ragione è semplice: le quotazioni rimbalzate, in via ufficiosa, dopo la fiera di Castagnole delle Lanze è troppo elevata: «Non posso comprare la Piemonte a otto euro il punto resa (il coefficiente ricavato con campioni grazie al quale, tolti il guscio e le imperfezioni, si determina il prodotto utilizzabile, ndr), quando il raccolto del Lazio è disponibile a poco più di cinque euro e si preannunciano abbondanti anche quelli di Azerbaigian, Georgia e Turchia». Il problema, secondo l’industriale, è ribaltare il sovrapprezzo sugli utilizzatori, le aziende dolciarie: «L’anno scorso i clienti non erano disposti a pagare 15 euro il chilo le nostre nocciole tostate, alcuni hanno scelto quelle turche: di questo passo la Tonda gentile rischia di diventare adatta per prodotti di nicchia».

Il timore è perdere i volumi dell’industria: «I piccoli trasformatori possono assorbire al massimo trentamila quintali di raccolto a fronte di una previsione di 180mila per l’annata ‘22. L’industria le alternative le ha, noi no». Sette euro potrebbe essere una quotazione veritiera: «Dobbiamo farcene una ragione, le aziende dolciarie non offriranno di più». Ma «oggi si rifiutano anche 7 euro e mezzo il punto resa». Una dinamica pericolosa perché «le contrattazioni si fanno entro dicembre, dopo, l’interesse dei compratori non c’è più. Da quanto mi risulta, nelle cascine sono rimasti cinquemila quintali del raccolto 2021».

La proverbiale altra campana, rimanendo a Cortemilia, la suona Piergiorgio Mollea, amministratore delegato di Nocciole Marchisio, delineando un quadro di sospensione, in attesa di sviluppi. «Al momento abbiamo in magazzino, nei due centri di Cherasco e Pocapaglia, alcune migliaia di quintali di prodotto, provenienti da Roero e Astigiano, aree dove la raccolta è stata anticipata: le abbiamo ritirate per le operazioni di pulizia ma la merce non è stata contrattata. Nei prossimi giorni proporremo i nostri prezzi ai clienti e vedremo le reazioni». Lo sgusciatore non nasconde le preoccupazioni. Si attendono risposte sull’andamento della campagna in Langa – la raccolta è ancora in corso – ma i riscontri dalle partite ritirate non sono confortanti: «La siccità ha influito sulla formazione del frutto e ci sono molte nocciole sotto calibro (di piccole dimensioni). È un problema: l’industria predilige pezzature medio grandi, come la Piemonte nelle annate ordinarie, non abbiamo una clientela che possa assorbire prodotto con queste caratteristiche».

Mollea non si sottrae alle considerazioni sui prezzi, ma usa cautela: «Siamo consapevoli dei costi più elevati sostenuti dagli operatori, dal campo fino ai trasformatori e utilizzatori finali, ma oggi la domanda, da parte degli acquirenti è molto scarsa. Operiamo in un contesto segnato da grandi difficoltà e un prezzo fuori misura potrebbe sortire un effetto boomerang che non possiamo permetterci. I grandi compratori non si sono ancora mossi: aspettiamo le loro proposte e lasciamo al mercato l’ultima parola».  

Fonte: Gazzetta d'Alba