Actinidia, anche la Grecia soffre

I produttori ellenici devono affrontare una stagione dai calibri ridotti

Actinidia, anche la Grecia soffre

Se i produttori di kiwi italiani stanno portando avanti una stagione fatta di grandi volumi ma pezzatura ridotte (come ci hanno raccontato ultimamente anche il gruppo piemontese Gullino e i produttori veneti di Kiwiny), anche la Grecia vive le stesse problematiche.  

A testimonianza della gravità della situazione che stanno vivendo i produttori, la stessa Organizzazione Interprofessionale Nazionale del Kiwi (Edoa) -  come riporta la testata greca AgroTypos SA – ha richiesto il sostegno finanziario statale per la stagione commerciale in corso.

Tra le testimonianze riportate quella di Anastasios Karkatzelos, direttore della cooperativa agricola Nestos Kavala situata a Chrysoupoli (Nestos Municipality), che afferma: “Per questa stagione ci aspettiamo un aumento della produzione ma a livello di pezzatura i frutti saranno più piccoli: si tratta di una conseguenza delle condizioni meteorologiche sfavorevoli che si sono verificate durante la formazione del frutto. L'aumento dei volumi è invece dovuto all’entrata in produzione dei nuovi impianti”.

“Ci aspettiamo una produzione in aumento rispetto ad anno scorso – afferma ad AgroTypos Ilias Grinias, presidente di As Pesco Pierias - L'anno scorso la nostra cooperativa ha commercializzato circa 9.500 tonnellate di kiwi, mentre quest'anno stimiamo di aumentare le quantità e raggiungere le 12.000 tonnellate. C'è molto interesse commerciale e i commercianti greci e italiani vengono nella nostra zona ogni giorno e mostrano interesse per l'acquisto".

Dalla cooperativa agricola di Artas interviene invece il Sig. Nikos Gizas, dicendosi preoccupato per la situazione che prevale nel settore agricolo con alti costi di produzione ed energetici, nonché per la difficile situazione del mercato. 

Ma le problematiche che affliggono il settore non sono solo a livello produttivo: i produttori devono affrontare anche costi di lavorazione e conservazione sempre più alti considerati i rincari delle materie prime e delle risorse energetiche.
Oggi  la tendenza - come specifica la testata - è quella di accorciare il più possibile il passaggio dal campo al banco: se la strategia riduce i costi di stoccaggio sostenuti dai produttori, rischia però di creare un mercato affollato, con una conseguente svalutazione dei prezzi.

Le preoccupazioni arrivano anche nella fase finale della vendita ovvero le quotazioni: la varietà precoce Green Light anno scorso ha avuto un prezzo alla produzione di 0,80/0,90 euro al chilo mentre quest'anno i produttori hanno consegnato i frutti in anticipo, ottenendo quotazioni che non superano i 0,20 euro al chilogrammo.

“La produzione greca si aggirerà quest’anno sulle 355.000 tonnellate - interviene su AgroTypos il presidente di Edoea Christos Kolios – Ma il vero problema per i nostri frutti rimane la pezzatura ridotta e l’alto costo di coltivazione per i produttori, che è aumentato di almeno il 40% rispetto allo scorso anno. I kiwi devono per forza essere refrigerati e, in base ai costi dell’energia, al momento i produttori non sono in grado di stoccare il prodotto: questo significa che molta parte della produzione rimarrà sugli alberi”.

“Dobbiamo incentivare il settore con generosi sussidi – continua Kolios - dell'ordine dell'80-85%, convincere le imprese a passare a fonti di energia rinnovabile, acquisendo così autonomia energetica”.

E conclude: “La coltivazione e commercializzazione dei kiwi è in Grecia un settore che offre migliaia di posti di lavoro, svolgendo un ruolo importante per la nostra economia: ecco perché è fondamentale che sia sostenuto da aiuti statali”.