«Aggregazione, ora o mai più»

Pugliese (Conad) sollecita il governo per un Piano nazionale

«Aggregazione, ora o mai più»

In ortofrutta si parla tanto di aggregazione. Un processo necessario per rispondere alle sfide di un mercato sempre più competitivo. Di una produzione maggiormente organizzata ha parlato ieri sulle colonne del Corriere della Sera, in un'intervista con Fabio Savelli, l'amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese.

Il distributore, ravvisando un crescente interesse per l'agroalimentare Made in Italy, ha sollecitato strumenti di tutela per i prodotti nazionali da una parte, e misure per aiutare l'export dall'altra, evocando "un piano nazionale agroalimentare che consenta di aggiungere ai tradizionali sistemi di tutela dell'origine e della qualità dei prodotti italiani, come i Consorzi, anche sistemi e competenze per la commercializzazione degli stessi, per meglio soddisfare quella grande domanda di Made in Italy, ancora forte e ancora con potenziale di sviluppo". 

Al centro di questo piano devono esserci le filiere, che secondo Pugliese vanno coordinate "nell'alveo di un Piano di interesse nazionale per valorizzare i loro prodotti e perseguire una maggior redditività, con la possibilità di distribuire meglio e in modo più equo il valore tra tutti i protagonisti".

Il rapporto tra produzione e distribuzione deve però avvenire tra soggetti le cui dimensioni non siano troppo diverse. E per questo servirebbe "una regia governativa che faciliti le aggregazioni, che crei una massa critica sul piano commerciale, promuovendo le aggregazioni tra aziende di produzione, spingendo sulle centrali di commercializzazione, industrializzando i processi, modernizzando i sistemi agricoli".

Un processo da mettere in campo "ora o mai più, perché da ogni crisi nascono delle opportunità. Il dato Istat segnala nell'alimentare una decrescita dei volumi a settembre del 4,5% (qui i dati dell'ortofrutta). Se ragioniamo a valore raggiunge il 6,8%. Con i volumi siamo già in recessione. Il tema cruciale è il corretto valore dei prodotti delle filiere agroalimentare. La pasta buona costa meno di 2 euro al kg e ci possono mangiare dieci persone. Oggi ci sono prodotti di grande successo come le mentine che costano 50 euro al kg e non concorrono alla corretta alimentazione delle persone. Dobbiamo fare capire cosa ha valore e cosa ne ha meno. E dobbiamo insegnare a non sprecare cibo, che è un bene di grande valore e un grande costo se diventa rifiuto".

E su questo fronte l'ortofrutta ha le sue carte da giocare.