Asparagi, campagna in ritardo

Agro Mediterranea Group: «Temperature troppo basse»

Asparagi, campagna in ritardo

La campagna degli asparagi parte a rilento in Sardegna a causa delle temperature molto basse che non hanno favorito una crescita ottimale dei turioni, ma fra una decina di giorni la situazione dovrebbe nettamente migliorare. A delineare la situazione delicata è Filippo Frongia, co-titolare insieme ad Andrea Manca di Agro Mediterranea Group, la società sarda che grazie ai soci conferitori conta un totale di 40 ettari di asparagi nella zona del medio campidano, nella provincia di Cagliari e nel nord dell’isola. 

“La raccolta è iniziata in ritardo di quasi un mese rispetto allo scorso anno e i quantitativi di prodotto per ora sono limitati – spiega Frongia a IFN -. Il problema principale è stato determinato dalle temperature notturne molto basse e dalle gelate che hanno colpito i campi da gennaio fino ai primi di marzo, non fornendo le condizioni ottimali per far partire la produzione. L’asparago, infatti, ha bisogno di temperature notturne di almeno 8-10 gradi, mentre in questi giorni si abbassano ancora a 5-6 gradi, non permettendo ai turioni di svilupparsi nel modo adeguato. Questa situazione è vissuta per ora non solo in Sardegna, ma anche nel resto d’Italia”.

Bisognerà quindi attendere ancora una decina di giorni per l’entrata in produzione al 100% .“Tra qualche settimana le condizioni meteorologiche dovrebbero migliorare – sottolinea il produttore - consentendoci di avere i giusti quantitativi per rifornire la Gdo”. Al momento, infatti, Agro Mediterranea Group sta distribuendo il proprio prodotto solo ai mercati, con notevoli soddisfazioni per quanto riguarda la domanda e i prezzi. “Le quotazioni seguono il prodotto estero, che attualmente è venduto attorno agli 8-9 euro al kg e la richiesta non manca anche da parte della Grande Distribuzione Organizzata ma, attualmente i calibri sono molto disomogenei e non riusciamo a soddisfare la domanda di quelli medi, tra il 12 e il 16, particolarmente richiesti dalla Gdo”.

Anche per gli asparagi sardi, particolarmente apprezzati per la sapidità e la poca fibra, si ripropone l’annosa questione della carenza di manodopera. “Dopo la pandemia, che nel 2020 ha bloccato tutto, si sono fermati anche gli impianti delle nuove asparagiaie – racconta Frongia -. Non tanto per i consumi, che stanno aumentando, ma per la carenza di manodopera. L’asparago richiede infatti una notevole quantità di raccoglitori in un periodo molto ristretto, ma è difficile riuscire a reperirli. Questo blocca i produttori dall’aumentare le superfici coltivate”.