Consumi, back to basic

Alimentari freschi (di qualità) fra le priorità nel 2023

Consumi, back to basic

Gli italiani sono pronti a rinunciare al superfluo per concentrarsi sugli acquisti essenziali, alimentari in testa: è la principale tendenza sui consumi rilevata nel nostro sondaggio pubblicato ieri (clicca qui per approfondire) e rilevata anche dal rapporto Coop basato sulle due survey dell’Ufficio Studi Coop di dicembre 2022 ("L’anno che verrà” su un campione rappresentativo della popolazione italiana in collaborazione con Nomisma e “Planning 2023 and Beyond” sulla community di esperti del sito italiani.coop*).  
Se ristoranti e altre spese per spettacoli e cultura vengono messi in secondo piano (rispettivamente per il 32% e al 26% degli intervistati), quasi la metà degli italiani (45%) è convinto che spenderà di più per le bollette e un terzo investirà di più per cibo e bevande (32%), con la speranza di mantenere stabili le proprie spese familiari nel 2023.

Ma che cosa succede al reparto food? Secondo il 40% dei manager Food & Beverage intervistati, il 2023 sarà un anno all’insegna della sobrietà ed essenzialità alimentare. “Per far fronte all’aumento dei prezzi – riporta il report di Coop - l’80% degli italiani cambierà anche le proprie abitudini alimentari orientandosi verso diete più salutari e meatless, più sobrie e certamente ‘zero waste’ e ‘no frills’ (a spreco zero e senza fronzoli, ndr)”. Gli italiani smetteranno di acquistare i superalcolici (22%), i piatti pronti (19%) e le bevande gassate (15%) mentre diminuiranno alcolici, dolci e snack.
Questi dati sono anche confortati dalla nostra survey, prima citata (clicca qui per leggerla); aumento dei consumi di ortofrutta e maggiore attività fisica sono i primi due buoni propositi del 2023, che distanziano abbondantemente l’abbandono di pratiche poco salutari, come ridurre gli alcolici e i dolci.

Sugli scaffali le novità del 2023 saranno la pasta e le farine prodotte con grani antichi o con prodotti low carb e maggiore contenuto di proteine. E se dovesse rinunciare alla carne, già oggi un italiano su cinque ai prodotti di origine vegetale preferirebbe la carne coltivata in vitro.
I cibi plant based continuano comunque a fare tendenza (preferiti dal 40% dei consumatori), oltre a quelli a basso impatto ambientale (36%) e al comfort food (29%), mentre calano i nuovi superfood (165), il cibo etnico (16%) e il cibo retrò e nostalgico (13%).

Gdo: cala il volume di acquisti e vola l’Mdd 
Considerato che il 2023 sarà un anno di stagnazione ma non di decrescita, l’inflazione sarà ancora sostenuta ma inferiore a quella del 2022 (+6,1% secondo i manager italiani del settore Food & Beverage). Il rapporto Coop prevede una crescita dei consumi (al netto dell’inflazione) che le ultime previsioni collocano all’1,4% rispetto al 2021. 
La filiera alimentare è quella che preoccupa di più in termini di consumi e risultati economici: “Se dopo un anno di aumenti record, le previsioni dei manager stimano un primo rallentamento dei prezzi entro l’estate, l’inflazione dei beni alimentari lavorati resterà elevata (+6,7% medio nel 2023 sempre secondo i manager), si ridurranno i volumi acquistati dalle famiglie nella Gdo (-0,9%) e si confermerà il peggioramento della redditività delle imprese industriali e, soprattutto, distributive (lo teme il 66% dei manager del settore) con conseguente calo degli investimenti (37%) e ricadute anche sul fronte occupazionale (27%)”. 

Sempre secondo il report, le uniche ‘ricette’ per uscire dalla crisi saranno innovazione e ristrutturazione, ovvero organizzazione dei processi aziendali (lo afferma il 38%), sia nel prodotto e nel servizio (32%) fino ai canali e alla rete di vendita (26%). “La Marca del Distributore – specifica il rapporto - sembra davvero una panacea in grado di risolvere i problemi, mentre rimangono intoccabili la sostenibilità ambientale e sociale delle azioni e dei prodotti”.

Il contesto sociale che influenza gli acquisti 
Fiducia e aspettativa sono gli stati d’animo prevalenti tra gli italiani in questo nuovo anno e ottengono rispettivamente il 39% e il 38% dei consensi rispetto al timore (33%) e all’inquietudine (22%). Nonostante i problemi dello scorso anno – Covid, guerra in Ucraina, carovita e relative inquietudini – gli italiani hanno una incredibile serenità interiore (34%) e una imperturbabile accettazione della realtà (28%).
Non sono mancate le difficoltà in ambito economico: il 18% delle famiglie dichiara nel 2022 di aver fatto fronte a un permanente disagio alimentare (circa 9 milioni) e 1 italiano su 4 teme la vera povertà per il 2023 (non avere soldi per cibo, trasporto, abiti, scuola). A giocare un ruolo decisivo sono ancora una volta gli affetti e la vita familiare: la strategia più comune risulta alla fine quella di adottare un lento lifestyle che permette di concentrarsi sulle cose più vicine, come la cura di se stessi, il ritorno tra i fornelli (29%), la fuga dal fast food (il 15% lo farà di meno o smetterà).

Nonostante le risorse finanziarie ridotte, gli italiani non sono però disposti a rinunciare alla qualità dei propri consumi alimentari. Per questo servirebbe ricalibrare gli obiettivi della filiera: come abbiamo recentemente scritto (clicca qui per leggere l’articolo): spesso a mancare sono i prodotti di qualità e non gli estimatori.
Il settore dovrebbe valutare una maggiore specializzazione sull’eccellenza, che fungerà da traino anche per tutto il resto (prodotti di media qualità compresi). Altri settori sembrano averlo capito da tempo, ma cosa sta aspettando l’ortofrutta?