In Piemonte il nocciolo «fa audience»

Più di 300 persone al convegno di Agrion su insetti alieni e nuovi impianti

In Piemonte il nocciolo «fa audience»
Venerdì scorso all’Aula magna dell’Istituto tecnico agrario Penna di Asti si sono ritrovate oltre 300 persone per partecipare al convegno, organizzato dalla Fondazione Agrion, dal titolo "Il punto su cimice asiatica, nuovi impianti e tecniche di gestione a basso impatto ambientale", alla presenza del viceministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero.

Superata la polemica sulla nocciola “Tonda gentile delle Langhe” (e scongiurato il concreto rischio di furto della denominazione da parte dell’Olanda), il viceministro è stato chiamato in causa da Pier Mauro Giachino del Settore fitosanitario regionale per un’altra incongruenza tutta italiana (ed Europea). Vale a dire l’impossibilità di contenere e contrastare le specie aliene nocive tramite l’introduzione di antagonisti naturali provenienti dai territori di origine delle specie dannose. E, anche se nel breve periodo cambierà poco, sembra che Olivero abbia compreso la necessità (e l’urgenza) di modificare le regole.



A questo proposito, puntuale è stato l’intervento di Mino Tarrico, membro della Commissione agricoltura alla Camera, che ha annunciato come si stia lavorando alla costituzione di un fondo di gestione delle emergenze fitosanitarie a livello nazionale e porre così rimedio alla rigidità degli strumenti finanziari. Un segnale positivo, quindi, anche per chi fa ricerca.
 
Ma la giornata ha anche messo in guardia da qualche brutta sorpresa. Se la cimice asiatica (Halyomorpha halis) rappresenta la grande, conclamata, minaccia, purtroppo è quasi certo che presto “scoppierà” anche l’emergenza Popilia japonica, altro insetto alieno che si sta rivelando voracissimo e, di conseguenza, molto pericoloso. Estremamente polifago, in Piemonte è già stato osservato su olmo, pioppo, vite, pomodoro, oltre a, appunto, nocciolo e altre specie. Il danno causato dagli adulti è costituito da erosioni più o meno intense a carico delle foglie (sono risparmiate in genere le nervature), dei fiori e anche dei frutti.

Come da programma, si è poi parlato di come progettare i nuovi impianti - a partire dalla scelta del materiale vivaistico certificato, fino alla scelta della forma di allevamento delle piante e quella degli impollinatori con calendari di fioritura compatibili con la Tonda gentile trilobata - e di strategie di difesa ecosostenibili, che si avvalgono di monitoraggi puntuali e interventi mirati e tempestivi.

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