Un’annata redditizia per il limone costa d’Amalfi Igp

Prezzi saliti del 20% rispetto al 2019, boom dei consumi durante il lockdown

Un’annata redditizia per il limone costa d’Amalfi Igp
Così come le arance, anche i limoni della costa d’Amalfi Igp hanno conosciuto una vera e propria esplosione dei consumi durante il lockdown. “I consumatori hanno valorizzato i nostri limoni come elementi medicamentosi, dato i loro forti poteri disinfettanti: un comportamento che ha dato una bella spinta alle vendite, che già erano forti” testimonia a Italiafruit News Chiara Gambardella, direttore del consorzio di tutela Limone Costa d’Amalfi Igp, che ad oggi conta 300 soci, di cui 270 produttori e la rimanente parte composta da aziende confezionatrici e di trasformazione.



Per quest’anno il consorzio stima una produzione molto simile a quella del 2019: raggiungerà le 2.500 tonnellate circa. “La produzione è leggermente più scarsa rispetto allo scorso anno – commenta il direttore – perché verso il 20 di dicembre abbiamo fatto i conti con le piogge alluvionali e con il dissesto idrogeologico che ha distrutto diversi terrazzamenti: nonostante la maggior parte delle piante si sia salvata, un po’ di prodotto è andato perso”.

Nessun problema invece a livello qualitativo. “Anche quest’anno abbiamo frutti dolcissimi” dice Gambardella. E sottolinea: “Inviterei tutti a smettere di cercare il limone perfetto: come da disciplinare, i nostri prodotti non sono trattati e per questo motivo hanno qualche difetto estetico. Bisogna far capire ai consumatori che in questo caso l’imperfezione è sinonimo di qualità e i frutti che acquistiamo considerandoli più belli, sono spesso trattati con la cera”.



A fronte di una campagna che inizia ai primi di marzo e finisce verso ottobre, i prezzi sul mercato sono molto vari e dipendono dai quantitativi del prodotto. “Siamo partiti da quotazioni pari a 1-1,50 euro al chilogrammo per i primi frutti per arrivare ai 2,50 euro al chilo – dichiara il direttore – con un incremento del 20-30% rispetto ai prezzi dello scorso anno. Molto dipende dai periodi di raccolta: verso maggio e giugno il prodotto è in piena maturazione e i prezzi sono più bassi, segue una fase di decadenza in cui molti frutti cadono a terra e per quelli rimasti sulle piante il prezzo aumenta, considerata anche la maggiore manodopera richiesta per il lavoro di irrigazione. Fortunatamente quest’inverno ha piovuto molto e le sorgenti hanno potuto rigenerarsi, quindi non abbiamo problemi di approvvigionamento idrico. Speriamo che queste condizioni rimangano inalterate anche ad agosto, in modo da raccogliere sempre limoni sodi e dolci”.



Come in molti altri settori produttivi, anche quello del limone costa d’Amalfi Igp ha sofferto la carenza di manodopera durante l’epidemia. “A raccogliere i nostri limoni sono principalmente lavoratori stagionali stranieri e gente del luogo che vive nei paesi limitrofi: con il blocco alla circolazione, non avevamo manodopera disponibile e parte dei limoni è caduta a terra andando persa. Ora per fortuna siamo riusciti a recuperare il gap dei mesi di marzo e aprile”.

Il consorzio è quotidianamente impegnato per supportare i propri produttori nei processi di aggiornamento e controllo produttivo. “Il 40% dei nostri soci ha già iniziato la pratica dell’utilizzo di prodotti biologici: si tratta di prodotti rispettosi dell’ambiente ma molto costosi, speriamo che la qualità dei frutti possa ripagare sul mercato i costi di produzione”.

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