Il settore attende le misure di ristoro annunciate nel Dpcm

Il settore attende le misure di ristoro annunciate nel Dpcm
La chiusura anticipata e festiva al pubblico di ristoranti, pub, bar e pizzerie rappresenta un ulteriore colpo per i comparti agroalimentare, vitivinicolo e della pesca del nostro Paese. 

Plaudo, pertanto, alla sensibilità del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale ha già annunciato misure di ristoro nell'illustrare il nuovo Dpcm con le nuove azioni restrittive finalizzate al contenimento del Covid-19. Spetta al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e agli stakeholder delle filiere primarie interessate saper indirizzare i fondi verso strumenti utili e lungimiranti. 

Dobbiamo, infatti, sostenere l'oggi e proiettarci al futuro per rilanciare le imprese italiane colpite. Siamo già al lavoro per non lasciare indietro nessuno e, come sempre, siamo disponibili all'ascolto e al confronto. Le misure anti-Covid19 sono, purtroppo, inevitabili ed è pertanto importante concentrarsi sul fare piuttosto che sulle polemiche, anche perché di proposte dagli altri fronti politici se ne vedono poche, seppur sarebbero ben accette. 

Una parte rilevante la giochiamo noi tutti consumatori: prestando attenzione nel preferire prodotti locali attraverso i consumi quotidiani, possiamo dare davvero un sostegno concreto ed efficace alle tante eccellenze italiane. Sia che si stia acquistando prodotti di prima necessità, sia che si opti per una cena d'asporto dal ristorante di fiducia.



Anche il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti (in foto sopra) è intervenuto in relazione al nuovo Dpcm: “La priorità assoluta è la salute pubblica ma, a seguire, è necessario tener conto delle conseguenze economiche delle nuove e necessarie misure assunte dal governo per frenare la diffusione dei contagi”.

Il settore della ristorazione è tra quelli presi in considerazione dai provvedimenti del governo, con ulteriori limitazioni dell’attività che avranno impatto anche sui settori collegati al canale ‘Ho.Re.Ca.’, in primo luogo quello agroalimentare.

“I ristori adeguati e tempestivi annunciati dal governo – sottolinea Giansanti – devono essere estesi alla filiera agroalimentare. Qualsiasi esclusione sarebbe incomprensibile ed ingiustificata”. 

Confagricoltura ricorda come consumi alimentari extradomestici, nel 2019, siano ammontati a 85 miliardi di euro. Secondo le stime di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), a causa dell’emergenza sanitaria, si profila quest’anno una contrazione di 34 miliardi di euro.



Da parte di Agrocepi, il presidente Corrado Martinangelo (in foto sopra), insieme agli organi tutti di Agrocepi, ha scritto una lettera aperta alle istituzioni, dove sottolinea che:  
"1) Settore Horeca e ristorazione: le mezze misure annunciate, come la chiusura alle 18:00, sarebbero ancora molto meno funzionali; se fosse necessario arrivare per tali settori a delle restrizioni, allora meglio far chiudere queste attività per tutto il mese di Novembre, mese poco produttivo anche prima della pandemia. A tal riguardo bisogna definire subito congrui sostegni per le imprese e i lavoratori di settore con un principio automatico e privo di troppi paletti. Per le imprese per esempio prevedere un "indennizzo straordinario" su una autocertificazione delle stesse per coprire al 100% spese e guadagni modellati sulla media dei mesi di Settembre e Ottobre 2020. Inoltre per tale settore incrementare le risorse e allungare il periodo di efficacia del Decreto Bonus ristorazione. Come fatto strutturale prevedere che Horeca e Ristorazione rientrino come "soggetto imprenditoriale" nella casistica della Filiera agroalimentare, con tutti i benefici alla pari delle altre categorie della filiera a cui aggiungere maggiori incentivi fiscali per sistemi di aggregazione;
2) In generale per tutti i settori imprenditoriali legati a possibili restrizioni: è necessario prolungare l' efficacia delle misure inerenti il rinvio dei pagamenti, il prolungamento della moratoria mutui e per i fitti di negozi, da prendere anche in considerazione l'istituzione di un Fondo nazionale straordinario, sulla falsariga dei fondi per il sostegno ai fitti per abitazioni;
3) Prorogare tutti gli incentivi Covid-19 previsti dai vari decreti, tra cui le misure gestite da Simest per il sistema imprese;
4) Potenziare e allargare per le imprese agricole ed agroalimentari la misura dell' azzeramento dei contributi previdenziali, per altri 6 mesi, mentre per le imprese di trasformazione e anche per horeca, che siano in rete con le imprese agricole per i prodotti del made in Italy, prevedere un credito di imposta per riduzione peso fiscale e previdenziale per almeno un triennio;
5) Le misure di emergenza e quelle più strutturali dovranno comunque garantire il "coefficiente lavoro", nel senso di garantire occupati e favorire nuova occupazione, con principi di coesione tra l' impresa e il lavoratore. Fondamentale che lo Stato assicuri il sostegno a ridurre i costi alle imprese e a creare opportunità per i mercati alle stesse imprese, per nuove e più forti commesse".

Fonte: Ufficio stampa sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe L'Abbate, Confagricoltura e Agrocepi