Emilia Romagna, 5milioni per il settore agroalimentare

Emilia Romagna, 5milioni per il settore agroalimentare
Un’agricoltura sempre più intelligente, che spinge su svolta green e digitale per produrre con un minore impatto sull’ambiente e vantaggi per le imprese. Il braccio per far arrivare sui campi le nuove idee della ricerca sono i Goi, i gruppi operativi per l’innovazione ovvero le partnership tra aziende agricole, università e centri di ricerca. Complessivamente i gruppi finanziati dal programma di sviluppo rurale della Regione Emilia-Romagna sono 204, a cui si aggiungono i 51 progetti pilota di filiera.

A loro è rivolto l’ultimo bando varato nell’ambito della misura 16.1 del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 che finanzia i progetti che puntano a migliorare la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura.
La graduatoria, approvata dalla Regione, premia 25 progetti per un finanziamento complessivo di circa 5 milioni di euro a fronte di un importo richiesto iniziale di quasi 21 milioni di euro.

I progetti approvati sono così suddivisi: sette nel settore ortofrutticolo, vitivinicolo e altre produzioni vegetali, cinque nel suinicolo, avicolo, uova e altre produzioni animali, quattro nel lattiero caseario, quattro nel settore dei seminativi, sementiero oleoproteaginose, foraggere e infine cinque per la ricerca su nuovi materiali riciclabili e imballaggi plastic free.   

“Complessivamente - spiega l’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi - l’investimento della regione Emilia-Romagna per i Goi è di oltre 50 milioni di euro: il 4,6% della spesa totale del programma di sviluppo rurale, ben al di sopra della media italiana delle Regioni ferma all’1,7%. Si tratta di interventi mirati per rafforzare la competitività dei produttori, l’adattamento ai cambiamenti climatici delle produzioni, l’agricoltura sostenibile e lo sviluppo di servizi di filiera e logistica, tecniche innovative plastic free fino alla robotica per l’agricoltura, anticipando temi che saranno presenti nella prossima programmazione comunitaria”. 

Fonte: Ufficio stampa regione Emilia Romagna