«Gelate, attivare interventi straordinari»

«Gelate, attivare interventi straordinari»
I componenti delle Commissioni prezzi della Camera di commercio della Romagna sentono il dovere di rimarcare alle Istituzioni locali, provinciali e regionali la drammatica situazione che il mondo agricolo romagnolo sta subendo per il secondo anno consecutivo per via delle gelate.

Dal 6 all'8 aprile, alcuni giorni dopo il caldo anticipato con punte massime della temperatura attorno ai 27/29 gradi, si è verificata la gelata che ha bruciato gemme, fiori e germogli di molte varietà ortofrutticole nel territorio romagnolo e a livello nazionale. Ciliegie, albicocche in primis ma anche susine, pesche e nettarine hanno subito danni ingenti. Colpite le coltivazioni di kiwi e kaki così come pure il settore vitivinicolo con danni soprattutto alle varietà precoci anche nelle zone pedecollinari/collinari solitamente meno danneggiate dal freddo.

La Camera, consapevole del lavoro regolare e rigoroso delle Commissioni, che garantisce al territorio un monitoraggio dinamico e costante dell'andamento dei principali settori economici che caratterizzano i nostri Territori, accoglie l'appello e diffonde le dichiarazioni del presidente delle Commissioni prezzi, Mario Turroni, che si è fatto portavoce di tutti i componenti e degli operatori del settore, con cui ha condiviso il contenuto:

“I componenti delle Commissioni Prezzi della Camera di commercio della Romagna hanno avuto modo di accertare e verificare la drammatica situazione che riguarda la produzione del territorio, caratterizzata da prodotti frutticoli e vitivinicoli di qualità, tipici della Romagna e conosciuti e apprezzati a livello nazionale ed europeo. Servirà ancora tempo per definire i danni reali alle colture, ma i primi dati pervenuti dimostrano che per il territorio che parte da Forlì e si estende alla provincia di Ravenna, fino ai confini con l'Emilia, si sta delineando una situazione molto simile alla scorsa annata, con una forte perdita nella produzione pari al 70/80%. Nei terreni della zona di Cesena, fino ad arrivare alla provincia di Rimini, i danni paiono più contenuti e si ipotizza una perdita del 20%.

Ormai è chiaro che non è più possibile “fare frutticoltura” come è stato fatto in passato; oggi la situazione climatica impone ai coltivatori di attivare tutte le tecniche e i mezzi di protezione per tutelare i raccolti. Una riflessione particolare va dedicata alle scelte politiche ed economiche operate dal Governo, con il PNRR e la  PAC, da cui emergono segnali favorevoli per il rinnovamento tecnologico delle aziende agricole, che devono poter cogliere le opportunità in un momento caratterizzato da grandi difficoltà di ogni tipo.

Molti imprenditori agricoli hanno iniziato ad adottare tecniche e sistemi che possono difendere e sviluppare i loro raccolti. Lo si evince chiaramente dalle tante imprese che impiegano strumenti innovativi, come ventole, coperture con reti antigrandine o polietilene, impianti antibrina, torce, candele ecc… sono riusciti a limitare i danni e salvare i raccolti.

Questi strumenti di protezione, purtroppo, sono assai costosi ed incidono pesantemente sui bilanci, tanto da mettere a dura prova la maggior parte dei frutticoltori.

Pensiamo quindi che sia giunto il momento di chiedere alle Istituzioni di non disperdere gli aiuti disponibili in risarcimenti sempre problematici, ma di attivare, con le risorse a disposizione, piani territoriali che prevedano i sostegni con anticipazioni del credito o con con contributi significativi alle aziende che intendano realizzare forme di difesa innovative a tutela della coltivazione.
Concludiamo ribadendo la preoccupazione che, se nulla verrà fatto, la Romagna sarà destinata a perdere quella leadership che ha conquistato e mantenuto fino ad oggi sul mercato nazionale ed estero”.

Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio della Romagna