Buttiglieddru, un pomodoro da riscoprire

Lo coltiva l'azienda agricola Cavaleri (Agrigento) senza l'utilizzo dell'acqua

Buttiglieddru, un pomodoro da riscoprire
Il suo nome deriva dalla forma del frutto, che ricorda quella di una bottiglia, cioè allungata e appuntita. Da coltura storica, il pomodoro Buttiglieddru è diventato Presidio Slow Food ed è utilizzato principalmente per trasformati come passate, salse o come prodotto fresco.


Pomodoro Buttiglieddru

Tra le realtà che portano avanti la coltivazione di questo prodotto c’è l’azienda agricola Cavaleri che si estende su un totale di 60 ettari a Licata (Agrigento).
“Da molto tempo questo pomodoro non si coltivava più se non per il consumo personale, ora abbiamo ripreso la sua produzione negli ultimi anni per la vendita – spiega a Italiafruit News Domenico Cavaleri, titolare dell’azienda agricola – lo coltiviamo in pieno campo, nel rispetto della tradizione. Si tratta di un pomodoro siccagno, che non necessita di acqua, e per la difesa utilizziamo gli insetti utili e lo zolfo".



Dopo i trapianti di questi giorni, Cavaleri si prepara a raccogliere il Buttiglieddru per l’inizio del periodo estivo, seguendo le tempistiche della tradizione. “Al momento non abbiamo grandi volumi (un ettaro) perché siamo ancora all’inizio della coltivazione e l’epidemia ha rallentato i lavori. Da questo pomodoro riusciamo a ricavarne anche trasformati: abbiamo realizzato passate e sughi”.


Pomodoro ramato

Oltre al Buttiglieddru, l’azienda coltiva anche un paio di ettari di pomodoro ramato nel periodo invernale. “E’ un pomodoro a grappolo di media grandezza, dal ciclo produttivo invernale – aggiunge il produttore - lo raccogliamo a Natale e a gennaio e usiamo solo insetti utili con l' obiettivo di arrivare a un prodotto a residuo zero”.


Le passate realizzate con il pomodoro Buttiglieddru

E commenta: “Per le problematiche dovute al Covid e alla chiusura del canale Horeca, quest’anno abbiamo ridotto la produzione dei pomodori: ne abbiamo coltivati 2-3 ettari in totale invece dei soliti 5 ettari. Anche il ToBRFV rappresenta un grande problema sia per pomodori che per meloni e zucchino: fortunatamente con il pomodoro ci difendiamo un po’ grazie alla coltivazione in contemporanea della zucchina lunga da minestra, che ci dà una mano contro la mosca bianca grazie agli insetti utili presenti in natura in questa pianta”.


Melone retato

Cavaleri coltiva anche 30 ettari a carciofi (sia Tema che Romanesco e un po’ di spinoso) e 20 ettari di zucchino, e il resto dei terreni in sovesci per la rotazione colturale (favino e grano).  “Una volta terminata la produzione dello zucchino – dice il titolare – entriamo in produzione con il melone cantalupo, un frutto che registra un grado Brix pari a 18”.
E aggiunge: “Appena finisce la coltivazione del ramato, ci dedichiamo invece alla mini anguria su 30mila metri di serre. Abbiamo raccolto in questi giorni le prime pedane, con un grado Brix pari a 13. Sia per il melone che la mini anguria stiamo registrando qualche problema di produzione perché non utilizziamo piante innestate, quindi hanno una scarsa capacità di resistenza alle temperature più basse. In generale si tratta però di frutti di ottima qualità, dalla pezzatura media; prevediamo di chiudere la stagione per fine luglio”.
A causa delle temperature ancora basse e il brutto tempo, stentano a partire le vendite di mini angurie – specificano dall’azienda – ma i prezzi finora sono buoni, in attesa di un vero e proprio ‘slancio’ dei prodotti di stagione.

La coltivazione delle mini angurie

Cavaleri commercializza tutti i suoi prodotti nei principali mercati all’ingrosso di Milano, Padova, Bologna, Brescia, Treviso, Catania e Palermo.
Per il futuro, l’azienda punta a sviluppare un’economia sostenibile. Già oggi grande importanza è attribuita da Cavaleri alla fase di concimazione, prettamente organica e senza prodotti chimici. 

Copyright 2021 Italiafruit News