«Vi racconto il nuovo corso di Cultiva»

Bragotto: «Creare qualcosa di diverso in un mercato molto affollato»

«Vi racconto il nuovo corso di Cultiva»
Per dar forma a una nuova agricoltura, come recita il pay off di Cultiva, servono progetti e persone che li possano concretizzare. E l'azienda fondata dalla famiglia Boscolo, punto di riferimento nel mondo delle salads, sta mettendo in atto una piccola grande rivoluzione che poggia proprio su una nuova governance, innesti nel team aziendale e ovviamente progetti sfidanti.

Il passaggio generazionale - con Federico Boscolo, primogenito del fondatore Giancarlo che resta presidente, a capo della divisione Usa e Ceo del gruppo - è solo il primo tassello di una profonda riorganizzazione interna, con l’introduzione a livello apicale di figure manageriali senior ad alto profilo. Proprio in quest’ottica al vertice della Divisione Italiana ed Export è entrato in organico, tra gli altri, Massimo Bragotto, professionista di lunga esperienza nel settore della IV gamma, con la funzione di general manager pro tempore. E proprio con Bragotto approfondiamo la nuova strategia di Cultiva, una strategia responsabile, perché il tema della responsabilità è declinato su più fronti: sviluppo responsabile, prodotti responsabili, persone responsabili. E responsabilità fa rima con sostenibilità, da quella ambientale a quella sociale ed economica.



"Dopo un anno decisamente critico per tutte le aziende del nostro settore, la proprietà di Cultiva ha deciso di rilanciare con un piano estremamente aggressivo - dice Bragotto a Italiafruit News - Ci siamo posti l’ambizione di creare qualcosa di diverso in un mercato molto affollato di aziende e di prodotti, cercando di proporci in modo più possibile distintivo sia per incontrare le esigenze dei retailers in ambito di private label che offrendo beni atti a soddisfare i bisogni del nuovo consumatore. Progetto non facile e molto impegnativo, ma non vedo altra via, per non scadere nel me-too. Stiamo perciò investendo nelle quattro aree aziendali fondamentali per il business".

Queste quattro aree sono quella agricola, l'industriale, la commerciale e l'area marketing. Cultiva è una Op ed avere il controllo diretto di tutte le pratiche agronomiche è un valore aggiunto importante. "Questo può dar modo di realizzare anche prodotti completamente personalizzati per i clienti a partire direttamente dal seme - puntualizza il general manager - con un approccio più distintivo e rilevante per essere ancora più vicino agli attuali e futuri partner della distribuzione. Inoltre, il nostro dipartimento agricolo e di materia prima sono all’avanguardia da tempo e tutte le aziende della Op sono allineate su tecniche e produzioni di alta qualità; come il Biologico, ad esempio, che in Cultiva rappresenta oltre il 20% della produzione totale, decisamente più alto rispetto alla media del mercato".



Tanti i progetti in campo. Da Viride, che ha come obiettivo la messa a punto di strumenti per la pianificazione delle coltivazioni, la programmazione e la previsione delle raccolte: uno strumento fondamentale nel percorso di carbon neutrality delle produzioni di Cultiva. C'è poi il progetto Carta, per le produzioni a residuo zero, un'innovazione interamente sviluppata dall'azienda veneta. Sostenibilità e circolarità si esplicano poi nelle celle di abbattimento della temperatura direttamente in campo, nell'energia green prodotta dai pannelli fotovoltaici fino quasi il 70% del fabbisogno aziendale; dall'uso efficiente dell'irrigazione, dalla scelta dei fertilizzanti e da un lavoro agricolo etico e rispettoso.

A proposito di persone, in ambito commerciale il team di Cultiva si è rafforzato con gli ingressi di Vito Poli, sales manager, e di Edoardo Ascheri, sales manager export; mentre sul fronte marketing e comunicazione il nuovo direttore è Irene Paladino.



"Da qui si evince la forte volontà di spingere e fare sviluppo sia in patria ma anche all’estero dove Cultiva è già molto consolidata sviluppando il 50% del suo fatturato - prosegue Bragotto - Negli Stati Uniti, Cultiva Farm Usa nell’east coast, personalmente seguita in situ dal Ceo Federico Boscolo, è diventata una realtà da quasi 900 serre dislocate su una superficie di circa 100 ettari confermandosi l’impianto serricolo più esteso degli Usa dove vengono coltivate baby leaf quali spinacino, rucola ed un mix di lattughini, l’heritage blend mix. Federico sta inoltre gestendo un pluriennale e consolidato rapporto societario con Taylor Farms, la più grande azienda di IV gamma al mondo con i suoi 4,5 miliardi di dollari di fatturato. Anche da questo sodalizio stiamo arricchendo il nostro know how di prodotto e la loro expertise ci sarà d’aiuto per i nuovi progetti italiani ed europei. Non dimentichiamoci dell’altra azienda di famiglia, la Royal rose, a Salinas in California, principalmente dedicata alla coltivazione di radicchio e diretta da Roberta Boscolo, cugina di Federico. Il futuro americano prevede anche la costruzione di altre serre per incrementare la capacità produttiva e chissà che non si possa attingere da quella produzione quando in Europa in alcuni periodi dell’anno scarseggia la materia prima".



La comunicazione avrà un ruolo centrale nella nuova strategia di Cultiva. Tutto il nostro bagaglio valoriale deve essere trasferito a clienti e consumatori finali in modo da valorizzare le nostre attività e renderle fruibili a tutti. I consumatori del terzo millennio, in particolar modo nel post-Covid, hanno bisogno di certezze e valori concreti che hanno tutti un unico comune denominatore: la sostenibilità. Per questo, uno dei grossi impegni che il nostro marketing si è preso nei confronti di chi acquista, sarà quello di comunicare in modo efficace il commitment di Cultiva in materia di responsabilità circolare. Il progetto è imponente e sfidante ma partiamo da una certezza: la nostra brand reputation - conclude Massimo Bragotto - Cultiva è un’azienda di tradizione e serietà e questo i nostri stakeholder lo sanno bene".

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